Comune di Arbus
Dati informativi
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ProvinciaSud Sardegna
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Regione storico-geograficaBonorzùli
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Altitudine311 m s.l.m.
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Popolazione5837 (31-3-2021)
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Nome abitantiArburesi
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CAP09031
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Comuni confinantiFluminimaggiore, Gonnosfanadiga, Guspini, Terralba
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Coordinate geografiche39° 31' 43" N 09° 36' 01.90" E
Origine del nome
Non sappiamo quale sia con esatezza l'origine del nome del paese di "Arbus", la teoria più accettata è che derivi dal sardo campidanese "arbus", che deriva a sua volta dal latino "albus", e significa "bianco", anche se non sappiamo cosa ci fosse di così "bianco" ad Arbus da dare questo nome all'insediamento. Secondo altri invece Arbus è il toponimo che fa riferimento a "is Arbus", cioè agli originari proprietari di un furriadroxiu, cioè una cascina, attorno al quale si sviluppò successivamente il villaggio. Altra teoria vede il nome arbus derivare da "alba", cioè "altura".
Alla scoperta del comune
Un territorio vasto e antico
Il territorio comunale di Arbus, con i suoi 269,12 km², è il terzo più vasto della Sardegna, esso si trova nella parte sud-occidentale dell'isola e si distingue per i suoi massicci. Se infatti il paese di Arbus si trova su un costone del massiccio del Monte Linas, la cima più elevata del territorio è il massiccio vulcanico del Monte Arcuentu, con i suoi 785 m s.l.m. . I due massicci sono separati dalla piana di Arbus.
Celebri le sue coste per ampi tratti sabbiose, con vasti sistemi dunali, come a Piscinas e Torre dei Corsari. Tutta la zona costiera prende il nome di "Costa Verde" o "Costa delle miniere" dopo un recente tentativo di re-branding turistico. La parte più a nord include Capo Frasca, che è anche l'estremo meridionale del golfo di Oristano.
Il nucleo principale del territorio di Arbus è molto antico, si formò nel Carbonifero superiore, circa 304 milioni di anni fa. Per capirci molto più antico del Giurassico, che cominciò "solo" 199 milioni di anni fa circa.
Ma soprattutto, le rocce del territorio di Arbus sono ricche di giacimenti di minerali come piombo, zinco, nichel e cobalto.
Quando è nato il centro abitato di Arbus?
Sebbene la zona fosse già abitata in epoca preistorica, nuragica e frequentata anche dai fenici, la data esatta della fondazione del borgo è sconosciuta.
Fra le aree abitate in epoca nuragica si segnala il sito di Cugui, che presenta uno dei nuraghi più originali di tutta la Sardegna che è posto in posizione panoramica su di una collina, poco dopo il centro di Arbus in direzione Fluminimaggiore. Esso è facilmente accessibile dalla zona di Canau, conosciuta grazie alla sua sorgente. Il complesso archeologico presenta una struttura a tre torri di cui solo una è accessibile, anche se da un'apertura non particolarmente alta. Dalla sua collocazione è possibile vedere tutto il paese di Arbus, la catena del Monte Linas ed una parte dell'abitato di Gonnosfanadiga.
Possiamo dire che il paese di Arbus venne edificato su un terrazzamento artificiale realizzato con materiale edilizio di età romano imperiale, come dimostrato dai ritrovamenti effettuati sia durante la ristrutturazione dei locali adibiti a mercato civico nella piazza San Lussorio, sia nella zona periferica di Santa Sofia. Il sito archeologico è stato scoperto recentemente, nel 2009, durante una serie di scavi realizzati nella piazza a scopi edili nella piazza omonima. Si tratta di un sito pluristratificato, composto di edificio termale e necropoli d’età romana imperiale, seguiti da un cimitero e una chiesa di età spagnola, risalenti almeno al XVII secolo. L'insediamento moderno poggia su un terrazzamento artificiale realizzato con materiale edilizio romano imperiale, sovrapposto ad alcune tombe preesistenti, di cui una alla cappuccina. I ritrovamenti sono stati particolarmente importanti perché hanno fornito importanti elementi cronologici relativi alla topografia antica del Comune di Arbus. Essi hanno confermato, infatti, la presenza di insediamenti nel centro urbano già a partire dall’età romana imperiale e altomedievale, teoria che fino a quel momento non aveva mai avuto elementi ufficiali per essere comprovata. Non si sa però quando il borgo odierno sia effettivamente nato, con tutta probabilità in epoca medievale. Tanto che le prime notizie che abbiamo sono del 1341 e parlano delle decime pontificie di più vil laggi ubicati nel territorio e non propriamente ad un borgo avente questo nome. Pian piano gli abitanti confluirono attorno al rione Conca 'e Mallu, il colle più alto e sicuro della zona, che viene considerato il primo nucleo cittadino dell'abitato.
Economia, demografia e l'importanza delle miniere
Malgrado l'importanza strategica del territorio, come il Castello di Arcuentu, costruito intorno al 1100 al confine tra il Giudicato di Arborea e il Giudicato di Cagliari, fa presagire, il paese non ebbe un rapido sviluppo, tutt'altro.
Il paese, dedito inizialmente all'agricoltura e alla pastorizia, ebbe uno sviluppo molto lento, tanto che nel 1688 contava appena 989 abitanti che divennero quasi le 3.000 unità nel 1821. Secondo l'Angius, nel suo libro "Cenni di Sardegna" del 1841, in paese era sviluppata un'importante attività tessile, con ben 600 case fornite di telaio sulle 670 esistenti. Si producevano lino, cotone, tela grezza e orbace, che venivano poi venduti più a valle, nel Campidano.
E' solo con lo sviluppo estensivo dei giacimenti minerari del territorio, sin dall'800 che si ebbe un forte sviluppo economico e demografico, con la nascita delle frazioni minerarie di Montevecchio (al confine con Guspini) e Ingurtosu.
Nel 1901 Arbus era uno dei paesi più grandi della diocesi di Ales con 6.450 abitanti, che salirono fino a 10.152 del 1961. Con la chiusura delle miniere però, il borgo ha incontrato una grave crisi, che ha portato con se un forte spopolamento. Gli abitanti, a fine 2021 sono solo 5.837, quasi la metà di 60 anni prima.
La scarsa attrattività del territorio è confermata dalla sparuta presenza di immigrati, che a fine 2019 ammontava a soli 74 individui, 39 dei quali di nazionalità rumena.
Arbus e il suo sviluppo futuro
Attrazioni ambientali e archeologiche
La Costa Verde è una delle coste più belle ma meno conosciute della Sardegna. Località come Piscinas, Scivu, Funtanazza, Portu Maga hanno un potenziale di sviluppo turistico immenso.
Piscinas in particolare viene considerato il deserto sabbioso più esteso d'Europa, con i suoi 28 chilometri quadrati. Le sue dune, costantemente modellate dai venti, sono tra le più alte d'Europa e raggiungono i 100 metri d'altezza.
Molto bello anche il territorio montuoso, con la sua fitta vegetazione, i tanti sentieri e la possibilità di incontrare il sempre schivo cervo sardo. E poi i suoi borghi minerari, con le ex miniere ancora visitabili, con le laverie e i villaggi dei minatori, talvolta fantasma. In particolare le frazioni di Ingurtosu e Montevecchio, fanno parte del Parco geominerario storico ed ambientale della Sardegna.
E poi le rocce modellate dal vento di Capo Pecora, che ci ricordano la Gallura, così come le tante testimonianze del passato, dalle tombe dei giganti ai pozzi sacri, dai nuraghi ai ruderi del Castello di Arcuentu. Una curiosità: Fra Lorenzo da Sardara, (Frate Cappuccino) fino in tarda età ha trascorso diverse settimane nel periodo primaverile/estivo in completa solitudine, per raccogliersi in preghiera e meditazione a contatto con la natura.
Prodotti tipici locali
Tra i prodotti tipici locali da ricordare il gran lavoro che sta venendo fatto per valorizzare la Pecora Nera di Arbus, razza ovina autoctona, da cui si ricava il latte e i suoi derivati inseriti nell'elenco dei "Prodotti agroalimentari tradizionali" (P.A.T.). Non ha invece bisogno di presentazioni l'Arburesa, uno dei modelli del tipico coltello a serramanico sardo, è visitabile il museodelcoltello.it.
Sagre e feste religiose da non perdere
I più festaioli non devono perdere la festa patronale di San Sebastiano Martire il 20 gennaio di ogni anno, con l'accensione di un grande falò in onore del Santo, mentre grande è anche la devozione per Sant' Antonio di Santadi, la cui festa si svolge a metà del mese di giugno. Tra le sagre, imperdibili la Sagra della Capra e Pecora Nera di Arbus a luglio e la Sagra della Vitella a inizio agosto, mentre l'amatissima "Sagra dei Ricci di Mare", che si svolgeva notoriamente in primavera, è in "stand by" in attesa che questa preziosa risorsa ittica si riprenda dopo anni di pesca eccessiva.