Comune di Cuglieri
Dati informativi
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ProvinciaOristano
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Regione storico-geograficaMontiferru
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Altitudine479 m s.l.m.
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Popolazione2459 (30-06-2023)
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Nome abitantiCuglieritani
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CAP09073
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Comuni confinantiNarbolia, Santu Lussurgiu, Scano di Montiferro, Seneghe, Sennariolo, Tresnuraghes
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Coordinate geografiche40°11 20 N 8°34 02 E
Origine del nome
La forma attuale del nome pare abbia origini medievali, sebbene i Canonici Giampalolo Nurra e Giovanni Spano parlino di una radice fenicia: GUR, mentre il prof. Pietro Pes fa riferimento ad un sito dell'agro di Cuglieri dal nome del quale deriverebbe quello attuale del paese. La tesi più accreditata farebbe invece risalire il toponimo da un insediamento: Gurulis Nova, la cui genesi si colloca nel tardo periodo repubblicano di Roma. Un'altra Gurulis, l'attuale Padria, assunse allora l'appellativo di Vetus.
Alla scoperta del comune
Dal neolitico ai primi del ‘900
La presenza di insediamenti umani nel territorio di Cuglieri risalgono al Neolitico grazie ai facili approdi dal mare, l’abbondanza di corsi d’acqua perenni e di cacciagione. A questo periodo (7.500/3000 a.C) risalgono le Domus de Janas di Serruggiu, Pittudi e Fanne Massa. Risalgono invece al periodo megalitico (2.000-1.700 a.C.) il dolmen di Monte Laccana e vari altri sparsi sulle pendici del Montiferru. A partire dal 1600 a.C. compaiono i nuraghi, particolarmente concentrati nella zona di Sessa. Sono tutti nuraghi monotorre, ad eccezione di Oragiana e Orakeris, quadrilobati e di Nuraghe Maggiore, Nurgheddonis e Oratanda, trilobati.
In epoca storica approdarono sulle coste i Fenici. All’interno, sorse la città di Cornus, dapprima colonia fenicia e successivamente importante presidio militare e scalo commerciale cartaginese. Il contrasto tra Roma e Cartagine per la supremazia del Mediterraneo, in Sardegna ebbe Cornus come protagonista della estrema difesa dei Sardo-Punici contro l’esercito romano che vittorioso assunse il dominio.
Cuglieri continuò probabilmente ad essere un centro commerciale importante, in posizione centrale sulla strada litoranea che collegava Othoca, Tharros, Bosa, Garbia e Turris. Nei secoli seguenti si verificò uno spostamento della popolazione, gli abitanti fondarono “Gurulis nova”, l’attuale Cuglieri. Nacque anche il nuovo centro di S. Caterina di Pittinuri, poi in gran parte abbandonato in seguito alle incursioni saracene.
Risale al XII secolo la costruzione del Castello del Montiferru (oggi denominato Casteddu Ezzu) a scopo di difesa del giudicato di Torres. Nel XIII secolo il castello, con la curatoria del Montiferru, che aveva Cuglieri come capoluogo, venne annesso da Mariano II al giudicato di Arborea. Nel 1400, fu costituito il feudo del villaggio di Cuglieri, prima di Guglielmo di Montagnana e poi di Raimondo Zatrillas. Il feudo, costituito in Baronia, rimase in possesso della famiglia Zatrillas fino al 1670 quando fu abbandonato.
Nel 1720 la Sardegna passò sotto il dominio dei Savoia e nel 1807 Cuglieri divenne capoluogo di una delle 15 provincie sarde e comprendeva i Comuni di Sennariolo, Scano Montiferro, Tresnuraghes, Flussio, Tinnura, Magomadas, Sagama, Modolo, Bosa, Montresta, Sindia, Suni, Bortigali, Birori, Borore, Dualchi, Lei, Macomer, Mulargia, Noragugume, Silanus, S.Lussurgiu, Bonarcado e Seneghe.
Agli inizi del ‘900 Cuglieri, pur avendo perso il ruolo di capoluogo di provincia, rimase un paese fiorente e prospero. Godeva di servizi pubblici come l’ufficio postale, la banca ed era anche sede dei Carabinieri. Tutto il paese era servito dalla rete idraulica e fognaria e dalla illuminazione pubblica. Diversi gli esercizi commerciali: negozi di tessuti, di mobili, e di alimentari, vi erano barbieri e calzolai, tabacchini e bar (zilleri), e anche un noleggio di carrozze e un albergo-trattoria.
Il Comune era collegato a Oristano con una strada nazionale, a S. Lussurgiu, a Scano Montiferru e a Tresnuraghes con una strada provinciale. Poiché quest’ultimo paese aveva la stazione ferroviaria, il Comune aveva istituito un servizio di corriera giornaliera. I dintorni di Cuglieri erano coronati di ulivi che occupavano più di 500 ettari di terreno. I pascoli erano ricchi: si allevavano bovini, ovini e caprini; due caseifici, molti mulini idraulici per cereali, e tre concerie. Nel 1927 Cuglieri divenne sede del Pontificio Seminario Regionale, questa importante istituzione ecclesiastica prosperò fino alla chiusura, decisa nel 1970. L’ex residenza è oggi di proprietà della Regione Sardegna.
Monumenti e luoghi d’interesse
Il comune è famoso per la presenza della Basilica di Santa Maria ad Nives, la Madonna della Neve, che sovrasta il centro abitato con la sua imponenza. A questa si aggiungono altre dieci chiese, alcune delle quali ubicate fuori dal centro abitato. Sono andate perdute invece le chiese di Sant'Anna di Santa Vittoria, di Sant'Antonio Abate (nell'attuale piazza Ampsicora) e di altre ancora.
Oggi la chiesa che rimane aperta tutti i giorni è appunto la Basilica di Santa Maria della Neve. Le altre chiese sono visitabili durante i festeggiamenti, per i riti della settimana santa, oppure possono essere visitate in particolari occasioni come Monumenti aperti.
Siti archeologici
I nuraghi sono numerosissimi, se ne contano oltre una cinquantina di cui i più importanti sono "Oratiddo, Nuraghe Maggiore, Baragiones, Mannigos, Frommigas e Uglieras".
Le domus de janas sono sparse su tutto il territorio: Fanne Massa con sette grotticelle a forno, Pittudi, Sa grutta de Serruggiu e in particolare Sa spelunca de nonna, con atrio, cella semicircolare con volta a raggiera, due alcove così come le tombe dei Giganti: per esempio Oragiana, caratteristica per la facciata con cornice e dentelli, Oratanda il cui territorio circostante è ricoperto da pietre tagliate obliquamente ed i Betili per esempio presso Oragiana e la chiesa di Santa Caterina di Pittinuri.
Tra le frazioni costiere di Santa Caterina di Pittinuri e S'Archittu, è sito l'insediamento paleocristiano di Cornus. Sono state individuate diverse tombe romane in località Santu Larentu, Rocca Freari, Furrighesos, Corchinas, Furrigheddas, Santa Caterina, Utturu de su clericu, Filigarzu, S'Angrone, Su Puttu, Su Laccheddu de Telaetza. In esse sono state rinvenute numerose iscrizioni di cui una greca, diverse monete e statue oltre vari altri interessanti reperti.
Sulla cima del monte Casteddu Etzu si trovano i ruderi del Castello del Montiferru o Casteddu Etzu (in italiano "Castello Vecchio").
Le principali festività
- Fuoco in onore di Sant’Antonio Abate (17 gennaio)
- Fuoco in onore di San Sebastiano (19 gennaio)
- Riti della Settimana Santa (Aprile o fine marzo) Segue dopo la Pentecoste e la Solennità della Santissima Trinità, la processione di Corpus Domini.
- Festa di Sant’Antioco (28-29 aprile)
- Festa in onore di Sant’Imbenia (29/30 aprile)
- Festa in onore di Santa Caterina di Alessandria (2ª domenica di maggio)
- Sant’Antonio da Padova (13 giugno)
- San Giovanni Battista (24 giugno)
- Festa della Madonna del Carmelo (15-16 luglio)
- Festa in onore di Santa Maria della Neve, festa della Patrona (5 agosto)
- San Lorenzo – sagra campestre (10 agosto)
- San Filippo Benizi (23 agosto)
- Festa della Madonna delle Grazie (8 settembre)
- San Francesco d’Assisi (4 ottobre).
Per approfondire:
https://www.sardegnaospitale.it/sagre-e-feste-a-cuglieri/
https://turismo.comune.cuglieri.or.it/contenuti/435327/settimana-santa
L’economia, tra settore primario e artigianato
L'economia della zona si basa sull'allevamento di bovini Bue rosso e ovini, sull'agricoltura, in particolare la coltivazione dell'olivo, e sull'artigianato; particolarmente rinomati i tappeti, gli arazzi e le coperte di cotone o lino realizzati con tecniche molto antiche. Le donne di Cuglieri sono inoltre famose per "sa prenditura", la lavorazione delle frange ornamentali per asciugamani o corredi. Un'altra attività tradizionale è la lavorazione del sughero.