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Comune di Ittireddu

Comune di Ittireddu

Dati informativi

  • Provincia
    Sassari
  • Regione storico-geografica
    Logudoro
  • Altitudine
    313 m s.l.m.
  • Popolazione
    463 (31-10-2023)
  • Nome abitanti
    Ittiruddesi
  • CAP
    07010
  • Comuni confinanti
    Bonorva, Mores, Nughedu San Nicolò, Ozieri
  • Coordinate geografiche
    40°32′39.71″N 8°54′07.72″E
Ittireddu

Origine del nome

Nome in sardo: Itirèddu

L’origine del nome Ittireddu, ossia piccola Ittiri, è incerta; alcuni  ritengono che possa trarre la sua origine dal latino “Iter”, ossia “strada”, e ipotizzano possa collegarsi alla presenza nel suo territorio dei resti di un ponte romano che collegava il Meilogu con il logudoro ed il Goceano.
Tuttavia, soltanto verso i primi anni del 1700 si riscontra, nei registri parrocchiali, la denominazione Itireddu: infatti, il suo antico nome era Ithiri Fustialvos, per distinguerlo dal paese più grande di Ithiri Cannedu, nella Curatoria di Coros.
Secondo un’altra teoria, l’origine del nome sarebbe da ricondurre al termine bittir cioè vitellino/capriolo mentre Fustialvos sarebbe legato alla presenza abbondante del pioppo argentato.  

Alla scoperta del comune

Territorio

Il centro abitato di Itireddu è ubicato ai piedi di tre monti: il Monte Ruiu, ossia “Monte Rosso”, nome attribuito in virtù della sua distintiva colorazione rossastra, prodotta dalle scorie basaltiche che lo costituiscono, il monte Zuighe e, infine, il vulcano spento del monte Lisiri. Il suo territorio si distingue per il suo carattere prevalentemente collinare. La presenza di tracce di insediamenti umani risalenti all’epoca neolitica, nuragica e romana, è attestata dalla presenza di innumerevoli ritrovamenti archeologici.

Cenni storici

Originariamente incluso nel giudicato di Torres, apparteneva alla curatoria di Ardara o di Oppia e faceva parte per lungo tempo della diocesi di Sorres. Successivamente, passò sotto l'autorità delle diocesi di Turritana, Bisarcio e Ozieri. Dopo la caduta del giudicato nel 1259, il territorio fu inizialmente governato dalla famiglia genovese dei Doria, per poi passare al giudicato di Arborea. Nel 1420, a seguito della sconfitta degli arborensi, cadde sotto il dominio aragonese e divenne un feudo affidato ai Centelles. Intorno all'anno 1000, è probabile che sul monte Zuighe esistesse un borgo e un castello, come menzionato da Lamarmora. Tuttavia, queste strutture erano già scomparse all'arrivo degli aragonesi. Tra il 1462 e il 1519, il territorio fu incluso nel ducato di Monte Acuto, diventando parte integrante della Signoria di Oliva. Nel 1839, con la soppressione del sistema feudale voluta dai Savoia, il paese fu riscattato dagli ultimi feudatari.

Siti archeologici

Nel  Neolitico Recente (IV millennio a.C.) sono state scavate nel tufo numerose domus de janas: se ne contano circa 60, prevalentemente pluricellulari con qualche eccezione monocellulare, riunite in cinque vaste necropoli.

Non sono visibili strutture dei villaggi di età prenuragica, sebbene affiorino in superficie  numerosi  frammenti di un repertorio ceramico di uso quotidiano e strumentazione litica. Riporta all’ambito del sacro il menhir esposto nelle sale del museo Civico del paese, proveniente dal  villaggio di Lavrudu.

Grazie alle favorevoli caratteristiche del territorio e alla strategica posizione di passaggio verso la fertile  piana di Chilivani, dominata dal Monte Zuighe, la Civiltà Nuragica, ha lasciato segni significativi nel territorio, quali il nuraghe Funtana, oggetto di scavi sistematici e restauri, il nuraghe  Sa Domu ‘e S’Orku  e la fonte sacra di Funtana ‘e Baule.  Attorno ai nuraghi  si conservano  sovente tracce di insediamenti.
In età romana, il territorio di Ittireddu risulta inserito nel sistema viario dell’Isola, come attesta il Pont’Ezzu; si conservano vestigia di un insediamento produttivo, Sas Conzas, e due ipogei funerari, Sa Fraigada. 

Architetture religiose

  • Chiesa di Santa Croce
  • Chiesa parrocchiale di Nostra Signora Inter Montes
  • Chiesa campestre di San Giacomo
  • Chiesa di Sant'Elena

Monumenti e luoghi d’interesse

Civico museo archeologico ed etnografico.

Tradizioni ed enogastronomia

Tra le tradizioni più sentite dalla popolazione vi è certamente la cantata natalizia “A sos tres res” che si svolge il 5 di gennaio. 
La sera prima dell’Epifania, grandi e piccini uniti in gruppi che vanno di casa in casa, cantando sull’uscio un testo di buon augurio ai padroni dell’abitazione che ricompensano con dolci e bevande.
I prodotti enogastronomici sono quelli tipici di un’economia agricola e pastorale. 
Tra le eccellenze si segnala la spianata sarda: Francesco Cetti, già nel 1774, la menzionò all’interno del suo “Storia naturale di Sardegna”, descrivendola come “un pane di frumento, a forma di focaccia sottilissima, simile a quella degli antichi Greci e dei popoli orientali”.
Recentemente è stato introdotto nel mercato da un gruppo di giovani imprenditori un nuovo prodotto detto Likì, uno snack che utilizza la spianata che viene ridotta in frammenti e poi fritta, con l’aggiunta di aromi vari.  Tra i dolci tipici oltre a quelli noti in tutta l’isola, a Ittireddu viene confezionato Su Cabude, un grande dolce di forma ellittica fatto con pasta e mandorle, che utilizza un ripieno di sapa fatta con il mosto oppure con i fichi d’india. La realizzazione di questo dolce costituisce un  rituale che si conclude il giorno di Capodanno: il capo famiglia lo spezza sopra la testa del più piccolo recitando una frase di buon augurio.

Festività e sagre

  • Festa di San Giuseppe e San Giacomo minore, il 2 maggio;
  • Festa di San Giacomo il maggiore, il 25 luglio;
  • Festa di Sant’Elena, il 18 agosto;
  • Festa di Maria Vergine o di Nostra Signora di Intermontes (Patronale), l’8 dicembre.