Comune di La Maddalena
Dati informativi
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ProvinciaSassari
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Regione storico-geograficaUnali
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Altitudine27 m s.l.m.
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Popolazione10538
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Nome abitantiMaddalenini
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CAP07024 e 07020
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Comuni confinantiNessuno
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Coordinate geografiche41°12′51.26″N 9°24′29.99″E
Origine del nome
Durante il periodo romano l’isola era chiamata “Ilva insula”. Durante il Medioevo era chiamata “Porcaria”. Solo dal XVI secolo fu chiamata in sardo “Sa Madalena” perché secondo la leggenda vi passò Maddalena dopo la morte di Gesù Cristo. Il nome della città rimanda al nome dell’Isola, sulla cui la costa si è originato il borgo, che ne attestano la derivazione già dal più di 800 anni, e documenti quali mappe e carte nautiche che indicano il nome dell’isola più grande dell’arcipelago, già dal 1527, come Maria Maddalena. La città iniziò a popolarsi intorno al 1770, sorge a sud e si affaccia verso il comune di Palau.
Alla scoperta del comune
Cenni storici
Le prime tracce di frequentazione umana risalgono al neolitico (vi sono stati ritrovamenti nei tafoni verso le spiagge di Spalmatore). Fu dominata dai Romani i quali denominarono Cuniculariae le isole del suo arcipelago per via dei numerosi stretti che le dividono. Nei secoli IX e X viene saccheggiata dai Saraceni. La storia dell’arcipelago inizia in periodo medioevale, da quando arrivano, nel XII secolo, un gruppo di monaci Benedettini che si stabiliscono nell’isola di Santa Maria dove realizzano un convento, all’interno del quale vive ancora oggi l’unico pastore dell’isola. Successivamente, durante la guerra contro i Visconti, viene eletta capitale del Giudicato di Gallura. Dopo essere stata abbandonata, viene ripopolata tra il Seicento e il Settecento, quando vi arrivano gruppi di pastori e pescatori corsi. Ancora poco popolata, nel 1767, per evitare rivendicazioni da parte dei Doria, i Savoia, con il ministro Bogino, vi inviano una guarnigione militare e vi stabiliscono una base della Marina sardo piemontese per farne una base di appoggio alle navi della Marina, contro i contrabbandieri, Saraceni e anche contro la paventata riscossa francese. Tre anni più tardi nasce il primo agglomerato urbano tra Cala Gavetta e Cala Chiesa, e così in 20 anni si assiste a un notevole sviluppo in tutto l’arcipelago. Il sistema difensivo costruito dai Sardi Piemontesi investe principalmente il paese, sulla quale vengono costruiti il forte Sant’Andrea, il forte o Batteria Balbiano, il forte o Batteria Sant’Agostino ed il forte Carlo Felice dove poi prendono spunto per la costruzione nell’isola del forte San Vittorio soprannominato anche della Guardia Vecchia ed il forte Santa Teresa. Nel 1793 le truppe franco-corse tentano di conquistare la Sardegna attaccando Cagliari a sud e La Maddalena al nord, con al comando ancora lo sconosciuto Napoleone Bonaparte. Nel 1799 una flotta di 23 unità salpa da Bonifacio, in Corsica ed assalta la Maddalena. Nella notte del 24 Febbraio il nocchiere Domenico Millelire sbarca con un lancione, 6 uomini e 2 cannoni nei pressi di Palau ed inizia a sparare alla flotta francese che dovette battere in ritirata. A la Maddalena trova in seguito asilo anche l’ammiraglio Nelson, che da qui coordina l’offensiva contro Napoleone. Solo nel periodo sabaudo, a metà dell’Ottocento, iniziano ad essere abitate le isole minori e nel 1852 Giuseppe Garibaldi acquista la parte della settentrionale dell’isola Caprera, dove nel 1856 stabilisce la propria residenza. Dopo la creazione nel 1861 del Regno D’Italia, la Marina Militare instaura nell’arcipelago il suo centro operativo, e da allora, intorno a Cala Gavetta, vengono edificate le prime eleganti palazzine, l’Ammiragliato e le caserme che costituiscono il nucleo originario della città Dal 1887 le fortificazioni passive vengono sostituite da quelle attive, con le loro artiglierie, e vengono costruite sull’isola L’Opera Trinità, l’Opera Punta Villa, l’Opera Guardia Vecchia, l’Opera Colmi, l’Opera Nido d’Aquila, e l’Opera Punta Tegge. Il progresso tecnico nel campo dell’aviazione rende queste Opere vulnerabili ad un attacco aereo, nascono così, tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, le batterie più periferiche, edificate normalmente in calcestruzzo e ricoperte poi da massi di granito. Alcune fortificazioni di questo tipo sono localizzate nell’Isola, la Batteria Spalmatore, la Vedetta Guardia del Turco, la Batteria Marginetto, la Batteria di Punta Cannone, la Batteria Carlotto, e la Vedetta Puntiglione. Nel periodo repubblicano, la Maddalena nel 1948 viene elevata da Luigi Einaudi al rango di città con Decreto del Presidente della Repubblica del 6 luglio 1948. In seguito, il comune di la Maddalena, nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene trasferito dalla Provincia di Sassari nella nuova Provincia di Olbia e Tempio Pausania, per poi tornare nel 2016, dopo l’abolizione di questa nuova provincia, nella Provincia di Sassari.
Personaggi di spicco
Carlo Battaglia è stato un pittore italiano; Battaglia crebbe a Genova fino al 1943, quando tornò a La Maddalena fino al 1947. Studiò scenografia all'Accademia di belle arti di Roma, ove fu allievo di Toti Scialoja, e si laureò con una tesi su Jackson Pollock nel 1957. Prestò servizio nell'aeronautica militare italiana dal 1958 al 1959 e nel 1962 si trasferì a Parigi. Nel 1967 visse a New York, dove strinse amicizia con Ad Reinhardt, Robert Motherwell e Mark Rothko.
Nel 1970 fu invitato per la prima volta alla biennale di Venezia, esponendo una serie sulle maree, un tema che sarebbe stato importante per tutta la sua vita. Le mostre più importanti di Battaglia includono retrospettive a Palazzo Grassi, a Venezia nel 1967, Palazzo dei Diamanti a Ferrara nel 1976 e alla Kunsthalle Düsseldorf nel 1978.
Partecipò inoltre a numerose mostre collettive sull'arte contemporanea italiana tenutesi in molte sedi internazionali, tra cui l'Hirshhorn Museum di Washington nel 1974, il Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam nel 1977 e la Hayward Gallery di Londra nel 1978. Nel 1978 e nel 1980 partecipò nuovamente alla 40ª e 43ª Biennale di Venezia. Dal 1980 in poi si isolò sempre più e dipinse in totale solitudine.
Mario Baffico fu un regista italiano e sceneggiatore Cineamatore, da giovane si occupa dell'organizzazione di cineclub e di pubblicazioni storiche sul cinema, per iniziare a girare dei documentari professionali, tra cui uno dei più importanti è Giovinezza del 1932.
Dirige il suo primo film, La danza delle lancette, nel 1936, e avrà come aiuto regista Alberto Lattuada; nel 1943, sceglierà di continuare a lavorare nella Repubblica di Salò, presso gli studi di Venezia alla Giudecca dove riuscirà a realizzare due pellicole.
Nel dopoguerra continua ad occuparsi di sceneggiature e documentari anche per la televisione, e dirige l'ultimo film nel 1950.
Mario Birardi fu un politico italiano, entra nel PCI quando è un operaio del porto di La Maddalena. Durante la sua carriera è stato consigliere regionale della Sardegna per più legislature (nel mentre, ha ricoperto anche l'incarico di segretario regionale del PCI) e quando è stato eletto deputato nel 1983 si è trasferito a Roma per lavorare nella direzione nazionale del PCI a fianco di Enrico Berlinguer. A seguito della morte del senatore Mario Cheri, avvenuta il 12 novembre 1985, è subentrato in sua sostituzione al Senato. Dal 1997 al 2002 è stato sindaco di La Maddalena, eletto nella coalizione di centrosinistra.
Possiede una importante collezione di cimeli garibaldini, ed è stato tra i fondatori del Memoriale Garibaldino, inaugurato nel 2012, di cui ricopre l'incarico di vicepresidente della Fondazione.
Giovanni Battista Culiolo, noto anche con lo pseudonimo di Leggero, è stato un patriota italiano la cui vita s'intreccia con quella di Giuseppe Garibaldi a fianco del quale Leggero combatté in America Latina e in Italia. Partecipò in particolare alla difesa della Repubblica Romana (1849) dall'assalto delle truppe francesi del generale Nicolas Charles Victor Oudinot (1791–1863), distinguendosi nella battaglia di Porta San Pancrazio nell'aprile di quello stesso anno con tanto valore da venire promosso sul campo maggiore d'artiglieria. Per questi avvenimenti divenne noto come il "Maggior Leggero" colui che dette ulteriori prove di fedeltà soccorrendo Garibaldi e Anita nella lunga marcia[3] attraverso il territorio romagnolo e toscano per sfuggire alla cattura austriaca.
Giovanni Battista Culiolo, figlio di Silvestro e Rosa Fienga, nel 1824, non ancora undicenne, si arruolò nella Marina del Regno di Sardegna dove fu noto con il soprannome di "leggero" dovuto probabilmente al suo fisico asciutto e alla sua agilità di provetto marinaio.
Dopo la Restaurazione operata dal Congresso di Vienna nell'ambiente militare piemontese circolavano le nostalgie illuministe e nazionalistiche degli ex combattenti napoleonici che ora riferendosi alla Giovane Italia mazziniana sentivano il fascino dei principi di libertà e indipendenza. Durante uno scalo a Montevideo il 3 marzo 1839 Leggero, in nome di questi ideali, disertò per unirsi alla Legione italiana, la brigata di volontari italiani residenti nella capitale uruguaiana con a capo Garibaldi. Imbarcato sulla piccola flotta guidata dal Generale si distinse per la sua abilità di artigliere e per la sua partecipazione l'8 febbraio 1846 presso la città di Salto alla battaglia di San Antonio, un episodio della guerra civile uruguaiana tra blancos e colorados che travolse l'Uruguay tra il 1839 e il 1851. Fu questa la prima prova militare di prestigio di Garibaldi, che ottenne una vittoria, per altro contestata da una parte degli storici argentini, la quale gli procurò grande fama in America.
Leggero, tornato in Italia insieme ad altri 63 commilitoni con il grado di capitano e privo di alcune dita delle mani perse negli abbordaggi alle navi nemiche[4] partecipò il 26 agosto 1848, alla battaglia di Morazzone, vicino a Varese. Uno scontro militare questo facente parte di quella serie di eventi che sono i moti del 1848, durante i quali gli austriaci cercarono di catturare Giuseppe Garibaldi riparato dapprima in Svizzera e poi a Nizza e infine a Genova accompagnato da Leggero che qui venne arrestato e condannato a morte per la sua diserzione a Montevideo. Sfuggito alla condanna e col grado di maggiore il 27 aprile 1849 Leggero entra in Roma alla testa dell’avanguardia garibaldina distinguendosi negli scontri a Porta S. Pancrazio, a Palestrina, alla villa "Il Vascello" e a villa Spada al Gianicolo e nella battaglia decisiva di Villa Corsini (Casino dei Quattro Venti).
Busto di Culiolo a La Maddalena.
A Roma, Culiolo, si rese protagonista anche di un sanguinoso episodio uccidendo con una cannonata il capitano Ramorino per vendicare il suo amico Risso, che questi aveva ucciso in duello.
La controffensiva francese causò la ritirata dei garibaldini e Leggero, ferito alla testa, a una mano e a un piede, dapprima creduto morto fu poi, il 29 giugno, curato in un ospedale romano da dove il 14 luglio fuggì rimanendo nascosto fino al 28 luglio 1849. Seguendo le tracce dei garibaldini in fuga li ritrovò a Cesenatico con Garibaldi e Anita già morente. Il 1º agosto i fuggitivi imbarcati su alcuni pescherecci furono costretti dal cannoneggiamento della flotta austriaca a prendere terra sul litorale romagnolo. Una volta sbarcati su un tratto di costa pressoché disabitato a nord del porto di Magnavacca, Garibaldi, la moglie e Leggero trovarono inizialmente riparo in un piccolo capanno costiero. Raggiunti da Gioacchino Bonnet, un patriota di Comacchio, i tre furono condotti attraverso le valli di Comacchio. Presso la fattoria Guiccioli, in località Mandriole di Ravenna, Anita morì il 4 agosto 1849. L'”Eroe dei Due Mondi” con l'unica guida del maggiore Leggero raggiunse poi la fattoria della famiglia Raviglia. Ripresa la marcia, Garibaldi e Leggero furono infine arrestati a Chiavari e condannati all'esilio in Tunisia ma per una serie di circostanze finirono a Tangeri da dove Garibaldi partì per New York mentre Leggero fuggiva in America latina. Nel 1855, in Costa Rica, il maggiore Leggero si ritrovò a combattere contro il mercenario e avventuriero statunitense William Walker una guerra per la libertà del popolo costaricano che gli costerà per una ferita ricevuta in battaglia l'amputazione del braccio destro. Fatto prigioniero, riuscì a fuggire e a ripararsi a Puntarenas lavorando come guardia doganale. Alla ripresa della guerra contro Walker, Leggero tornò a militare come ufficiale nell'esercito di liberazione costaricano. Ferito nuovamente e fatto prigioniero riuscì a fuggire in Nicaragua arruolandosi nell'esercito come istruttore. Nel 1860 gli giunse la notizia della spedizione dei Mille; Leggero abbandonò allora ogni impegno per parteciparvi ma raggiunse l'Italia solo a impresa ormai conclusa. Alla fine del 1860 Leggero si presentò a Garibaldi direttamente a Caprera. Verrà inquadrato nei reparti invalidi prima dei garibaldini poi, con il grado di capitano della Real Casa d’Asti, nel reparto dell’esercito regolare. Passerà il resto della sua vita prevalentemente a Caprera e alla Maddalena, dove morirà il 14 gennaio 1871 nella sua casa di Cala Gavetta.
Domenico Millelire è stato un ufficiale italiano in servizio nella Regia Marina Sarda; è storicamente considerato la prima medaglia d'oro al valor militare delle forze armate italiane.
Nell'ultimo decennio del Settecento la neo-repubblica francese, spinta da mire espansionistiche, preme sui confini del Regno di Sardegna. I soldati di Vittorio Amedeo III contrastano efficacemente l'armata francese ai piedi delle Alpi, ma i transalpini cambiano strategia: mettono a punto un piano per invadere la Sardegna per fiaccare così la resistenza del Regno. Una flotta di 22 navi, ben equipaggiate e armate, salpa da Bonifacio alle 4.00 del mattino del 22 febbraio e già alle 9.00 una parte delle truppe da sbarco comandate dai luogotenenti Buonaparte e Quenza si impossessano dell'indifesa isola di Spargi. Sull'isola di La Maddalena intanto la popolazione civile viene evacuata nell'entroterra di Palau e ci si prepara alla difesa nonostante la manifesta inferiorità di uomini e mezzi. Sull'isola madre i miliziani sono circa 500 di cui la metà volontari e mal equipaggiati mentre sulla costa gallurese ci sono circa 200 combattenti, principalmente pastori e artigiani galluresi. La flotta sarda è composta di due mezze galere, la Beata Margherita e la Santa Barbara, di quattro galeotte e di legni minori, l'isola di Santo Stefano è armata di tre cannoni e presidiata da 25 uomini mentre in quella di La Maddalena sono presenti le batterie Sant'Andrea e Cavaliere.
La fregata francese Fauvette, nel frattempo, si avvicina all'isola madre ricevendo il fuoco dei cannoni della batteria Balbiano e quello delle mezze galere e viene costretta a ripararsi nella rada di Mezzo schifo dove cala l'ancora.
Nel pomeriggio, i francesi sbarcano, senza essere visti, sull'isola di S. Stefano, dove il luogotenente Bonaparte fa piazzare un mortaio d'assalto e alcuni cannoni che nella notte bersagliano senza sosta i forti maddalenini, la flotta all'ancora e lo stesso abitato di La Maddalena. La situazione è grave e il nocchiere Millelire sa che La Maddalena non può resistere a lungo, prende il comando di una piccola lancia sulla quale è imbarcato il più grosso cannone della Balbiano, e lo trasporta a Punta Tegge nella parte ovest dell'isola per metterlo in batteria.
Da qui, con una pioggia di palle riesce a danneggiare la fregata Fauvette e costringerla a riparare in un luogo più sicuro per gettare l'ancora nella cala di Villa Marina a S. Stefano.
La vicina isola di Caprera non può più essere presidiata, gli uomini vengono richiamati per difendere il difendibile, ma Millelire non si arrende e da Punta Tegge, dove si trova, concepisce un piano molto ardito: fa montare una batteria sul litorale della Sardegna per cannoneggiare le navi francesi ancorate nella cala di Villa Marina.
Si imbarca sul suo lancione, scortato dalla galeotta Sultana e con l'aiuto di Tommaso Zonza, altro eroico Maddalenino, approda nei pressi di Palau e, con l'aiuto di alcuni abitanti del paese piazza il cannone da dove apre il fuoco sulla flotta all'ancora, la quale subisce danni pesantissimi ed è costretta nuovamente alla fuga. Millelire ne anticipa ancora le mosse: fa spostare la batteria a Capo d'Orso, a sud di Palau, e colpisce ancora i francesi in fuga provocando un ammutinamento nell'equipaggio il quale, in preda allo sconforto, chiede di navigare in gran fretta verso la Corsica.
Il generale Pietro Paolo Colonna-Cesari, comandante della spedizione emana l'ordine di ritirata, ma Buonaparte non ci sta e continua il fuoco su La Maddalena che risponde, seppur a corto di munizioni. Il nocchiere Millelire ora reimbarca il suo cannone sul lancione e insegue il convoglio nemico in una disordinata fuga, s'imbarca poi su di una lancia cannoniera e insegue, non ancora pago, la flotta francese fin quasi in Corsica. La ritirata di Napoleone diventa così d'obbligo.
Fu promosso prima a sottotenente di vascello, poi a capitano delle Regie truppe e, dal 18 novembre 1815, a Comandante centrale del porto e Comandante della piazza marittima di La Maddalena.
I principali luoghi di interesse archeologico
- Necropoli di Spalmatore: questo sito comprende diverse tombe di epoca nuragica e offre uno spaccato delle antiche pratiche funerarie della Sardegna. La necropoli è situata in una zona costiera ed è uno dei principali siti archeologici dell'isola.
- Fortezza di Arbuticci: anche se è una struttura fortificata più recente (risalente al periodo sabaudo del XVIII secolo), è stata costruita su un'area che in passato aveva un'importanza strategica e potrebbe aver avuto insediamenti precedenti. Ora ospita il Memoriale Giuseppe Garibaldi, dedicato all'eroe italiano.
- Isola di Caprera – Casa di Garibaldi: l’isola di Caprera è famosa per essere stata la residenza di Giuseppe Garibaldi. Sebbene non sia strettamente un sito archeologico, la casa-museo conserva numerosi reperti legati alla vita dell'eroe e all'epoca in cui visse.
- Villaggio nuragico di Capo d’Orso: situato non lontano da La Maddalena, vicino a Palau, questo sito nuragico è caratterizzato da resti di capanne, mura e strutture che testimoniano la presenza di una comunità antica. La zona è anche famosa per la Roccia dell'Orso, un enorme masso eroso dal vento che ha la forma di un orso. Le Navi Romane – Relitti Subacquei: Nei fondali intorno all'arcipelago de La Maddalena sono stati ritrovati diversi relitti di navi romane. Molti di questi sono stati scoperti tra La Maddalena e Caprera, con anfore, ceramiche e altri oggetti che testimoniano l'importanza dell'area come punto di passaggio durante l'antichità.
- Punta Tegge: in questa zona si trovano i resti di alcune costruzioni militari e fortificazioni di varie epoche, oltre ad alcuni reperti che suggeriscono la presenza umana in epoche molto antiche.
Architetture religiose
- Chiesa di Santa Maria Maddalena
- Chiesa della Trinità
- Chiesa della Madonna della Pace
L’economia
L’economia de La Maddalena nel passato è stata rappresentata dalla piazzaforte militare come principale risorsa economica per almeno un secolo.
La città ospita ancora una Scuola Sottoufficiali della Marina Militare Italiana, molto importante per l’economia maddalenina è stata per quasi due secoli la cava di granito situata presso Cala Francese, rinominata per la qualità del materiale, infatti le opere realizzate dagli scalpellini maddalenini venivano richieste da tutto il mondo. Importante è stato anche il Mercato de La Maddalena, situato vicino al comune, che negli anni ha perso molti negozi interni. La pesca è poco praticata e quasi esclusivamente con nasse e reti a causa della zona scogliosa e dal parco protetto.
Il turismo balneare e naturalistico grazie anche al parco marino transfrontaliero, rappresenta senz’altro il futuro di questo arcipelago. La Maddalena è rinominata in tutto il mondo per le sue spiagge e per la limpidezza e la trasparenza delle sue acque che ricordano quelle caraibiche.
Le sagre e le principali festività de La Maddalena
- 21/22 Luglio si festeggia la festa patronale di Santa Maria Maddalena con suggestive celebrazioni religiose con processioni a mare. Manifestazioni sportive e culturali.
- 27/28 Settembre Velalonga dell’Arcipelago, una manifestazione aperta ad ogni tipo di imbarcazione organizzata dalla sezione velica della Marina Militare.
- Giugno si assegna il premio Solinas, un premio per la migliore sceneggiatura italiana inedita.
- 19 Marzo Festa di San Giuseppe viene celebrata con riti religiosi, una processione e momenti di aggregazione comunitaria. È un’occasione per gustare dolci tipici e partecipare alle tradizionali celebrazioni locali.
- Sagra del pesce Organizzata solitamente durante l'estate, questa sagra celebra la ricca tradizione marinara dell’isola. È un'occasione per gustare il pesce fresco appena pescato, preparato in vari modi dai cuochi locali. L'evento è accompagnato da musica, danze e spettacoli folkloristici.
- 4 Ottobre Festa di San Francesco d’Assisi L’isola di Caprera, appartenente al comune di La Maddalena, celebra San Francesco d'Assisi con una messa e una processione. Questa festività è più raccolta ma offre un'opportunità per conoscere le tradizioni più autentiche dell'arcipelago.
- 13 Giugno Festa di Sant’Antonio da Padova festa religiosa che comprende una processione in onore di Sant'Antonio e diverse celebrazioni, sia religiose che laiche, con spettacoli e intrattenimenti vari.
- 29 Agosto Festa di Nostra Signora della Guardia questa festa è molto sentita dagli abitanti de La Maddalena e include una processione sia per mare che per terra, dedicata alla Madonna. È un evento che coinvolge l'intera comunità e attira numerosi visitatori.