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Comune di Ozieri

Dati informativi

  • Provincia
    Sassari
  • Regione storico-geografica
    Logudoro
  • Altitudine
    390 m s.l.m.
  • Popolazione
    705 (30-6-2024)
  • Nome abitanti
    Ozieresi
  • CAP
    07010
  • Comuni confinanti
    Ardara, Chiaramonti, Erula, Ittireddu, Mores, Nughedu San Nicolò, Oschiri, Pattada, Tula
  • Coordinate geografiche
    40°35′05.54″N 9°00′11.83″E
Ozieri

Origine del nome

Nome in sardo: Otieri

Lo studio dell’etimo di Ozieri ha interessato nell'arco di quasi un secolo e mezzo una folta schiera di studiosi. Secondo il canonico Giovanni Spano, Ozieri deriva dalla voce Fenicia “Otzer”, ossia “sito freddo” oppure “luogo forte e sicuro”.

Alla scoperta del comune

Lo stemma della Città

Nel 1836, Ozieri fu elevata al rango di Città con un decreto di Carlo Alberto, e tra le prime preoccupazioni del Consiglio civico ci fu la creazione di uno stemma che rappresentasse il Comune.
Inizialmente, lo stemma proposto, descritto da Vittorio Angius, era "senza colore", raffigurando un paesaggio ideale con uno scoglio sormontato da un castello, simbolo del Monte Acuto, antico capoluogo del Ducato di cui Ozieri faceva parte. Angius, in tono critico e ironico, paragonava questa scelta a quella di alcuni nobili sardi che, durante il periodo di disordine spagnolo, si erano auto-proclamati marchesi o conti, mentre Ozieri, pur ambendo al titolo, non aveva posseduto un feudo e fu vassallo fino a ottenere l'onore civico.
Angius propose invece uno stemma bipartito, con la parte superiore dedicata all'arma della Casa Reale e la parte inferiore alla rocca del Monte Acuto, rappresentata in nero con un castello rosso su campo argento. Al posto della corona comitale, considerata inappropriata, suggerì una torre turrita. Anche se il Consiglio civico non accolse pienamente le sue indicazioni, approvò uno stemma che ometteva i riferimenti ai Savoia, ma aggiungeva simboli come un ramo di alloro a sinistra e alcune spighe di grano a destra, a rappresentare la gloria della città e la sua vocazione agricola. Questo stemma, approvato, è ancora oggi il simbolo ufficiale della città.
Nel frattempo, il sindaco don Gasparo Grixoni, in carica tra il 1835 e il 1841, cercò di realizzare uno stemma che unisse la storia di Ozieri agli emblemi del proprio casato. Questo stemma compare in una litografia di Giuseppe Pezza, pubblicata tra il 1839 e il 1846. Dall'arma dei Grixoni derivano elementi come l'elmo coronato e la colonna, quest'ultima a richiamare una parentela lontana con la famiglia Sciarra-Colonna di Roma. Lo stemma include anche due piccoli borghi: Ozieri, a sinistra, e Bisarcio, a destra, simboleggiando il legame storico e civile tra le due località.
Nonostante il Consiglio civico non approvò l'iniziativa di Grixoni, quello stemma è ancora oggi importante perché contiene la più antica raffigurazione del borgo di Ozieri. Pur essendo una rappresentazione minima, ci permette di affermare con buona certezza che il campanile della cattedrale gotico-aragonese di Santa Maria fosse cuspidato, simile a quello della cattedrale di Alghero, con cui Ozieri aveva una rivalità ecclesiastica.

Alcuni Cenni Storici

Ozieri è abitata fin dalla preistoria, con reperti significativi come una statuetta della Dea Madre e materiali dalla Grotta Bariles, risalenti alla cultura di Bonu Ighinu. La cultura di San Michele, nota anche come cultura di Ozieri, si sviluppò tra il 4000 e il 3200 a.C. e si distingue per la ceramica decorata e le "domus de janas," tombe ipogee che riflettono credenze sulla vita dopo la morte. La civiltà nuragica lasciò numerose tracce, tra cui 123 nuraghi e un lingotto di rame rinvenuto presso il museo civico archeologico.
In epoca punica, sono stati trovati reperti come ceramiche decorative. Durante l'epoca romana, Ozieri era un importante centro, con strutture edificate sopra quelle nuragiche e numerosi oggetti di culto, tra cui statuine di Cerere. Il territorio era attraversato da una strada romana e servito da ponti, tra cui il ben conservato Pont'Ezzu. 
Dopo la caduta dell'Impero Romano, il territorio di Ozieri rimase agricolo, ma la crisi del porto di Olbia portò a un aumento dell'importanza di Torres. Nel XI secolo, Ozieri fece parte del Giudicato di Torres, con la sua cattedrale dedicata a S. Antioco. La penetrazione delle città marinare di Genova e Pisa influenzò la politica e l'economia della regione. Durante il XIV e XV secolo, Ozieri subì l'influenza aragonese e spagnola, con reperti ceramici che testimoniano i contatti commerciali. Nel 1836, Ozieri fu elevata al rango di città da Carlo Alberto di Savoia.

La cultura di Ozieri

La Cultura di Ozieri, o di San Michele, è una cultura prenuragica sviluppatasi in Sardegna tra il 4000 e il 3300 a.C. Prende il nome dalla località di Ozieri, dove sono stati scoperti importanti reperti archeologici, tra cui vasi finemente lavorati con decorazioni geometriche. Gli scavi del 1914 e del 1949 hanno rivelato un notevole progresso sociale e culturale, che si estendeva anche alla Corsica. Questa cultura si caratterizza per una nuova tipologia di vasellame, influenzata dalle isole Cicladi e Creta, e per un’organizzazione sociale che evolve da una comunità urbana e sedentaria a una rurale. Sono stati trovati oltre 200 villaggi in tutta l'isola, costruiti con capanne di pietra e legno. L'assenza di fortificazioni suggerisce una società pacifica.Il culto dei defunti era importante, con sepolture in grotte scavate nella roccia, in cui si credeva nella rigenerazione della vita. Due principali tipi di sepolture sono le Domus de Janas e i circoli megalitici. La religione era legata alla natura e alla fertilità, con un culto per la Dea Madre, rappresentata in statuette di marmo e argilla. 
La cultura di Ozieri segnò uno sviluppo significativo nella storia della Sardegna e la transizione verso società più complesse e organizzate.

Culturalmente, Ozieri ha sempre rappresentato un simbolo significativo per la Sardegna. Durante il ‘500, il Maestro di Ozieri abbellì diverse chiese del nord Sardegna con opere manieristiche. A fine ‘700, Francesco Ignazio Mannu compose un inno divenuto simbolo dei moti contro i piemontesi. L’800 vide poeti ozieresi esibirsi nelle piazze, mentre negli anni ‘50 nacque il Premio Ozieri per la Letteratura Sarda, oggi un'importante vetrina per autori in lingua sarda.
Anche nel campo musicale, Ozieri è riconosciuta per il premio dedicato al “cantigos a chiterra” e per il Coro di Ozieri, che ha contribuito al recupero delle tradizioni musicali polivocali. 
Tra i personaggi di spicco, troviamo Matteo Madao, filologo e poeta; Gavino Cocco, Giudice della Reale Udienza; Francesco Ignazio Mannu, autore dell’inno della sarda rivoluzione; Leonardo Tola, cavaliere insignito sul campo da Ferdinando II durante l’assedio di Granada; Antonio Cubeddu, poeta improvvisatore; il cardinale Mario Francesco Pompedda, prefetto emerito del supremo tribunale della segnatura apostolica.

Le bellezze naturalistiche

L’ambiente di Ozieri si presenta ancora incontaminato e ricco di biodiversità. Nelle steppe della piana, classificate come Sito di Interesse Comunitario, si possono trovare cardi, scilla, carciofi selvatici, orchidee e asfodeli. Qui vivono anche specie autoctone, scomparse in gran parte d’Italia e rarissime in Europa, come la Gallina Prataiola (Pudda campina) e l'Occhione. Negli ultimi anni, è diventato comune osservare anche Gru e Cicogne, insieme ai Falchi di Palude che stanno nidificando regolarmente nella zona. Tra i rettili, meritano attenzione il raro Gongilo sardo (tiligugu) e la Luscengola (rascinafenu).
Nei pressi del Lago Coghinas, caratterizzato da pittoresche anse, si trovano carpe e persici, ambiti obiettivi per la pesca sportiva, insieme a numerosi uccelli acquatici. Un vero spettacolo è l'avvistamento del raro Falco Pescatore, che si tuffa in picchiata sull’acqua per catturare i pesci. È possibile organizzare interessanti escursioni anche nei boschi circostanti di Monte Littu e Sa Fraigada, dove il paesaggio incantevole e fresco offre fonti d'acqua rinomate per la loro leggerezza. Questi luoghi ospitano anche specie rare, come l’Astore Sardo e il Quercino.

L’economia

L'economia è di carattere principalmente agro-zootecnico, e presenta un numero consistente  di capi ovini e bovini altamente selezionati e allevati con moderne tecniche produttive. 
Va sviluppandosi anche la produzione industriale ed artigianale, agevolata dalla disponibilità di aree attrezzate comunali, private e del consorzio industriale Z.I.R. di Chilivani.

I piatti tipici

In questo ambito si sta realizzando un interessante programma di valorizzazione delle produzioni locali, in particolare del pane fine di Ozieri, conosciuto anche come “Spianata di Ozieri”, per la quale si stanno realizzando progetti, come la costruzione di antichi forni e l'adesione all'Associazione Nazionale Città del Pane.
Altre iniziative prevedono la tutela e la valorizzazione dei dolci tipici di Ozieri: Sospiri e Copulettas, del formaggio Greviera, e dei vini tradizionalmente prodotti in collina.
La cucina ozierese offre piatti come  i maccarrones de ungia con sugo di carne, sos angelottos (ravioli di ricotta e bietole) e carne arrosto di porcetto e agnello. I vini della zona sono prodotti con vitigni autoctoni come Alvarega, Redagliadu e Muristellu, riscoperti attraverso progetti di valorizzazione. L’ultimo sabato di novembre, Ozieri celebra la notte bianca de Su Trinta ‘e Sant’Andria, un evento che coinvolge tutto il centro storico con degustazioni di vini e piatti tradizionali.

Principali luoghi d’interesse culturale

  • Basilica di Sant'Antioco di Bisarcio,
  • Chiesa romanica XI secolo, cattedrale dell’antica diocesi di Bisarcio
  • Cattedrale dell'Immacolata, edificata nel XV secolo,ù
  • cattedrale della diocesi ozierese
  • Convento delle Clarisse, XVIII secolo,
  • Attuale sede del Museo civico archeologico
  • Chiesa di Santa Lucia, XIX secolo
  • Chiesa di San Francesco, XVI secolo
  • Convento di San Francesco, XVI secolo
  • Chiesa del Carmelo, XVII secolo
  • Chiesa dei Santi Cosma e Damiano, XVI secolo
  • Chiesa della Beata Vergine di Monserrato, XVI secolo
  • Chiesa di San Sebastiano Martire, XVII secolo
  • Chiesa della Beata Vergine del Rosario, XVII secolo
  • Chiesa della Beata Vergine del Loreto, XV secolo
  • Chiesa della Beata Vergine delle Grazie, XVI secolo
  • Chiesa di San Nicola, XIII secolo
  • Chiesa del Sacro Cuore, XIX-XX secolo
  • Chiesa del Santo Bambino di Praga
  • Chiesa del Sacro Cuore

Siti d’interesse archeologico

Grotte di San Michele
Pont'ezzu, ponte romano del II secolo d.C. 

Festività

  • 16-17 Gennaio, Sant’Antonio Abate
  • 13 Novembre, Sant’Antioco di Bisarcio
  • Ultimo sabato di novembre, Sa Trinta ‘e Sant’Andria