Comune di Villasalto
Dati informativi
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ProvinciaSud Sardegna
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Regione storico-geograficaGerrèi
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Altitudine502 m s.l.m.
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Popolazione988 (31-7-2021)
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Nome abitantiVillasaltesi
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CAP09040
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Comuni confinantiArmungia, Burcei, Dolianova, San Nicolò Gerrei, San Vito, Sinnai, Villaputzu
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Coordinate geografiche39° 29' 36.60" N 09° 23' 24.10" E
Origine del nome
L'origine del nome di Villsalto è chiara e piuttosto semplice, esso infatti è formato dalle parole "villa" (villaggio) e dal sardo medievale "saltu", derivante a sua volta dal latino "saltus", che significa "campagna incolta", "bosco". Ancora oggi si dice andare a "su saltu" col significato di "recarsi in campagna".
Alla scoperta del comune
Territorio
Il paese di Villasalto si trova a 500 metri di altezza, in posizione dominante sulla vallata del Flumendosa, al centro di un vasto territorio dall'orografia molto movimentata. Ben 130,36 km² che includono numerose cime vicine ai mille metri di altitudine, estesi boschi di lecci e querce, vallate dalle alti pareti verticali e imponenti bastionate di roccia calcarea. Caratteristiche che hanno accentuato l'isolamento di un territorio già posizionato in posizione decentrata rispetto alle principali vie di comunicazione del sud della Sardegna. Tanto che, per finanziare la costruzione di una strada di collegamento con il Campidano, i villasaltesi vendettero buona parte del loro enorme patrimonio forestale.
Geograficamente parlando da segnalare la fertile piana lungo il Flumendosa, il fiume con la maggiore portata d'acqua della Sardegna, oltre il quale il territorio prosegue verso il Salto di Quirra, nella zona chiamata "Barigau" (il nome sta a indicare la sua posizione "oltre il fiume"). A est il territorio comunale è invece delimitato geograficamente dal Monte Lora, famoso per la caratteristica e suggestiva sfinge formata dai suoi promontori calcarei, che segna il confine col territorio di San Vito. A sud invece si trova il Monte Genis, che con i suoi 979 mslm, è la vetta più elevata del territorio, tanto da offrire una magnifica vista a 360°, dai monti dell'Ogliastra e del Gennargentu a nord, ai monti del cagliaritano a sud e a ovest.
Storia di Villasalto
Il territorio di Villasalto per la ricchezza di boschi e sorgenti venne abitato sin dall'epoca nuragica, tanto che sono presenti numerose testimonianza dell'età del bronzo. In particolare in quest'area si stanziò la tribù dei "Gallilensi”, che costruì numerosi edifici in pietra, come il nuraghe monotorre "Corrulia" nella valle del Flumendosa, il nuraghe "Serra Madau" e i resti del villaggio di "Sa dom'e sa nì", a 700 metri di altezza sul monte Genis.
Vuoi il territorio aspro, vuoi la posizione decentrata, fatto sta che persino gli antichi Romani ebbero difficoltà a soggiogare le popolazioni locali, che continuarono imperterrite a difendere la propria terra e a praticare azioni di guerriglia contro gli invasori. Tanto che fino a pochi anni fa il "Gerrei" ha conservato anche l'antico nome di "Galilla". Ciò nonostante sono stati ritrovati resti della presenza Romana nella necropoli di “Cea Romana” sul Monte Arrubiu, mentre è del 69 d.C. l'importante "Tavola di Esterzili" una lastra in bronzo pesante 20 chili, che contiene incisioni in latino relative a un decreto del Proconsole della Sardegna Lucio Elvio Agrippa del 18 marzo del 69 d.C..
L'attuale borgo di Villasalto nacque probabilmente in epoca medievale, come lasciano intendere testimonianze architettoniche nelle chiese dedicate a Santa Barbara e San Michele, dove confluirono le popolazioni dei vari villaggi allora presenti sul territorio, e oggi scomparsi.
La miniera di antimonio di Su Suergiu
Il vero punto di svolta per Villasalto, fu l'apertura della miniera di Antimonio di "Su Suergiu", i cui resti fanno oggi parte del "Parco Geominerario della Sardegna". La miniera crebbe velocemente, tanto che nella prima metà del diciannovesimo secolo venne edificata una fonderia, che divenne, verso la metà del secolo scorso, uno dei centri di riferimento per la produzione di antimonio in Europa. Vi lavoravano ben 400 operai. Anche per questo motivo la popolazione, fino ad allora rimasta poco numerosa, poté crescere di numero fino ad arrivare ad un massimo di 2500 abitanti circa.
Il giacimento si esaurì negli anni Cinquanta, la fonderia smise di lavorare nei primi anni Ottanta e, come sempre accade quando il destino di un territorio è legato ad una sola fonte di ricchezza, quando questa si ferma, comincia una crisi difficile da riassorbire. Tanto che la popolazione del paese è passata dai 2572 abitanti del 1951, ai 988 del luglio 2021.
Da ricordare i fatti del 1906, dovuti all'accesa protesta dei minatori per il caro viveri e collegata a fatti analoghi avvenuti in altri centri minerari e, in particolare, nel bacino minerario dell'Iglesiente. Quei drammatici fatti sono ricordati da una stele commemorativa delle vittime degli scontri del maggio 1906 e da un libro che rievoca il tragico episodio.
Villasalto, spunti per il futuro dal turismo
Villasalto ha fatto fatica, fino ad oggi a riconvertire la propria economia dopo la chiusura del complesso minerario di Su Suergiu, del quale sono oggi visitabili gli impianti per la fusione dell’antimonio, parte degli imbocchi delle gallerie, immersi nel fitto della boscaglia e collegati da suggestivi sentieri. Nei caseggiati che un tempo ospitavano il direttore, i tecnici e gli uffici tecnici e amministrativi, è stata invece realizzata una funzionale struttura turistico alberghiera immersa nel verde.
Numerose e importanti le testimonianze archeologiche, come il Nuraghe Serra Madau, che venne edificato su un sperone che cade a picco sulla valle del Rio S’acqua Callenti, o come Nuraghe Corrulia, per raggiungere il quale occorre attraversare un ponticello che porta in un casolare vicino al nuraghe.
Ma a contraddistinguere questo territorio è la bellezza del suo ambiente naturale. Da un lato un territorio così aspro che da permettere il proliferare di diverse specie animali, alcune reintrodotte, come cervi e mufloni, cinghiali, aquile reali, falchi, sparvieri e via dicendo.
A est da citare il monte Lora, rinomato per la caratteristica e suggestiva sfinge formata dai suoi promontori calcarei.
Gli amanti di grotte e speleologia potranno indagare "Sa Grutta Manna" o "Sa Grutta 'e Scusi" dove ancora vive il "Geotritone sardo", una particolare specie di anfibio (ordine: caudati o urodeli; nome scientifico: "Hydromantes genei"), considerato in via d'estinzione.
Feste e Sagre
L'isolamento geografico ha permesso di conservare tradizioni che altrove sono andate perdute, si accendono ancora quindi i grandi falò per Sant'Antonio Abate e San Sebastiano, e i bambini continuano la questue errante per is Animeddas, secondo riti arcaici della Sardegna, assai simili a quelli dell' "Halloween" anglosassone.
- Festa de "Su Sinnadroxiu", giorno dell'Ascensione
- Sant'Antonio Abate, 17 gennaio
- San Sebastiano, 20 gennaio
- Festa della Capra, primavera
- Santa Barbara, primo lunedì di giugno e 4 dicembre
- Santa Barbaredda, 10 luglio
- San Cristoforo, 13 agosto
- Festa dell'Assunta, 15 agosto
- San Michele Arcangelo, 29 settembre (Festa patronale)
- Festa de "Is Animeddas", 31 ottobre
- Mostra del Fungo, autunno