La formazione rocciosa di Sa Perda 'e Sposa, situata al confine di Masullas, Gonnoscodina e Simala, probabilmente fu originata da un affioramento lavico sottomarino e si pensa che fosse un sito venerato dai protosardi, come rappresentazione di divinità fecondatrici, fatto avvalorato dalla presenza di reperti archeologici prenuragici, quali: raschiatoi, coltelli in ossidiana e un’ascia in calcare. Anche questa deve il proprio nome a delle leggende popolari, forse ispirate dalla sua particolare forma che ricorda delle figure umane. La leggenda racconta di una coppia di sposi, che in una calda giornata di luglio, si dirigevano per le campagne, a Masullas, dopo essersi sposati a Siddi, paese di origine della sposa; quindi si fermarono per ristorarsi in una zona all’incrocio dei confini dei due paesi, ed entrambi udirono il suono delle campane che proveniva dalla chiesa di Masullas, durante la processione della Vergine Gloriosa, per la festività della Visitazione. La sposa schernì il suono delle campane, paragonandolo a quello “dei campanacci delle greggi del padre” suscitando una sonora risata, ma in quello stesso momento, i due sposi, il suonatore di launeddas che li accompagnava e gli stessi cavalli che cavalcavano, furono tramutati in pietra, e ancora oggi sono visibili, eternamente immobili, nel mezzo della campagna.