statistiche accessi
Skip to main content

Miniera di Funtana Raminosa


Miniera di Funtana Raminosa

La miniera di Funtana Raminosa è situata nel comune di Gadoni e ha rappresentato un sito di rilevante interesse estrattivo e lavorativo, con una storia molto antica e una frequentazione da circa l’ 800 a.C. con i popoli nuragici, più tardi nell’VIII° sec d.C. con i fenici e poi i romani, considerando anche la sua “riscoperta”, attestata alla fine del XIX° sec, l’attivazione dell’estrazione mineraria agli inizi del ‘900 e la sua definitiva chiusura nel 1982. Nella fase storica più produttiva della miniera, in questa zona venne costruito un piccolo villaggio e degli annessi servizi. I minerali che venivano estratti erano principalmente: il rame, piombo, argento e zinco. Si susseguirono diverse amministrazioni societarie e vennero gradualmente apportati dei miglioramenti e degli investimenti ma purtroppo, complessivamente la miniera di Funtana Raminosa non arrivò mai ad un’estrazione abbondante che potesse giustificarne i costi. Oggi il sito è stato convertito a fini turistici ed è visitabile previa prenotazione.

La miniera di Funtana Raminosa fu un sito estrattivo minerario molto importante situato nel territorio di Gadoni, tra la Barbagia di Belvì e quella di Seulo, che permise l’estrazione di minerali di: rame, piombo, argento, zinco, prodotti dai relativi solfuri misti (composti minerali): Cu, Pb, Ag e Zn ; che venivano qui estratti e lavorati. Precisamente il giacimento minerario di Funtana Raminosa è costituito da un corpo sub verticale mineralizzato a blenda, galena e calcopirite con una estensione longitudinale di 200-300 m. e potenza (“larghezza” - dimensione della zona in cui si trova la concentrazione di minerale di interesse) variabile da 3 a 10 metri. 
Si può dire che questo sito minerario fu attivato nel 1908, con l'Avv. Paolo Guinebertière, che investì il suo capitale per la produzione mineraria di Funtana Raminosa, e questo fu poi ampiamente ripagato dall’acquisto di 60.000 t di minerale, da parte di una società americana. Il giacimento fu invece scoperto "ufficialmente" nel 1886 grazie a due ingegneri, Luigi Sanna Manunta ed Emilio Jacob, che in realtà operavano dei tracciamenti ferroviari per la linea Cagliari-Sorgono. Ma la storia della miniera di Funtana Raminosa ha origini molto più antiche, sia per quanto riguarda la sua origine geologica, sia per le popolazioni d’epoca antica che già avevano identificato delle potenziali e importanti caratteristiche riguardo i minerali presenti in questo territorio. L’origine geologica che interessa anche la zona di Funtana Raminosa è notevolmente antica, e i territori che la interessano, possono essere divisi in due diversi tipi: la prima è la più antica, considera il periodo del paleozoico e la zona di Meana Sardo (540-252 Ma); la seconda riconducibile ai “tacchi” del mesozoico (251-65 Ma). Vi sono due teorie che spiegano la formazione minerale di questo territorio: la prima sostiene che questa si sia formata attraverso un’attività idrotermale, e i minerali formatisi sarebbero risaliti lungo le pareti e le fratture dei filoni porfirici (depositi di minerali con origine idrotermale o magmatica) che si sono collocati durante l'Orogenesi Ercinica (periodo di formazione montuosa del Paleozoico). La seconda teoria afferma che l’origine geologica di questo sito sia attribuibile a degli eventi di tipo vulcanico-sedimentari, attraverso le attività che hanno interessato il vulcanismo del periodo dell’ordoviciano (secondo dei sei periodi del paleozoico 485-443 Ma) e fenomeni di idrotermalismo, i minerali sono stati convogliati in un bacino di sedimentazione e sarebbe qui avvenuta la loro deposizione, considerando anche i primi sedimenti carbonatici (rocce sedimentarie costituite da carbonato di calcio) del siluriano inferiore (prima parte del siluriano, terzo dei sei periodi del paleozoico, 443-416 Ma). Conseguentemente le rocce sedimentarie che comprendevano le mineralizzazioni sono state interessate dai fenomeni dell’orogenesi ercinica, con diverse attività di mobilizzazione (processo di metamorfismo, modifiche di atomi, ioni, molecole, causati da pressione, temperatura, chimica) delle mineralizzazioni. Queste teorie comprovano la presenza dei corpi mineralizzati precedentemente elencati di Cu, Pb, Ag e Zn, specificatamente nei cantieri di Brebegargius, S. Anna, Vecchi Cantieri, S. Eugenio, all’interno della miniera di Funtana Raminosa. Per quanto riguarda la frequentazione storica della zona della miniera, essa ha origini ugualmente antiche (anche se non ovviamente di Ma), attribuibili all’800 a.C. grazie a dei ritrovamenti di bronzetti nuragici; testimonianze rinvenute nel XIX° sec. da parte di studiosi interessati al sito minerario, che comproverebbero l’interessamento di queste antiche popolazioni per la ricerca del rame. Dal VIII° sec. i fenici e i cartaginesi, inoltrandosi nell’entroterra, scoprirono degli affioramenti minerari principalmente localizzati nell’alveo dell’odierno Rio Saraxinus; tale fatto storico fu ripreso nella denominazione di una galleria della miniera, chiamata: Galleria Fenicia. Dall’epoca romana invece è attestata l’attività estrattiva, utilizzando gli strumenti dell’epoca; i reperti archeologici ritrovati, vantano un lingotto di rame oltre agli utensili di quel periodo, e la presenza di lunghe gallerie. Nella località di Seddas is Puzzus, furono ritrovati i resti di un minatore morto a causa di una frana, relativa al periodo romano imperiale. Anche in questo caso, in memoria di quegli antichi scavi, una galleria moderna di Funtana Raminosa venne chiamata Galleria Romana. Sempre relativo al periodo antico, potrebbe essere nel 700 d.C. la derivazione del fiume e della località del Riu Saraxinu, che potrebbe derivare da una frequentazione dei saraceni in questa zona, forse anche loro attratti dalle ricche lenti mineralizzate (zone di concentrazione del minerale prezioso, simili visivamente a “lenti”). Molto più tardi, nel 1517, Pietro Xinto, di origini spagnole, realizzò degli scavi su di una vasta area comprendente anche la zona della miniera; più tardi nel 1882, Vincenzo Ridi, eseguì anch’egli dei lavori nella zona di Funtana Raminosa, ma principalmente come lavori di esplorazione. Considerando gli eventi precedentemente citati, del 1886 sulla scoperta del giacimento e del 1908, e la redditizia attività dell’Avv. Paolo Guinebertière, è nel 1915 che venne fondata la “Societè Anonyme des Mines de Cuivre de Sardaigne” che oltre l’Avv. comprendeva anche altri capitalisti francesi. I nuovi investimenti permisero l’installazione di impianti moderni di perforazione e anche la costruzione di una nuova laveria meccanica; questa in realtà risultava inadatta a trattare i solfuri misti della miniera, che necessitava di impianti moderni di flottazione (processo chimico che separa il minerale d’interesse). Nel 1920, grazie a un nuovo investimento, venne introdotta una laveria più moderna, per la produzione di rame. Dal 1936 fu costituita la Società Anonima Funtana Raminosa che concentrò il proprio interesse estrattivo nei quartieri San Eugenio e Brebegargiu, fatto che permise di far nascere un piccolo villaggio minerario, con la presenza di una scuola, un ambulatorio, uno spaccio, un laboratorio chimico e delle officine. A partire dagli anni ‘40 si susseguì un’altra compagnia chiamata Società Cogne Spa, questa cercò di aumentare la produzione di Funtana raminosa attraverso dei potenziamenti: venne costruita una teleferica di lunghezza di 1 km che avrebbe servito il trasporto del minerale estratto fino alla zona di Taccu Zippiri, e arrivato qui il minerale veniva trasportato con dei camion e portato alla stazione ferroviaria di Ortuabis, per raggiungere infine il porto di Cagliari ed essere successivamente imbarcato. Nel 1956 venne costruita una seconda teleferica per il trasporto del minerale grezzo proveniente dai quartieri di: Funtana Raminosa, 1° Ribasso e 2° Ribasso, venne anche progettata una terza teleferica ma non fu mai realizzata. A partire dagli anni ‘60, con l’amministrazione mineraria della “Società Cuprifera Sarda” si decise di investire somme importanti su Funtana Raminosa, questo permise di portare benessere sia al paese di Gadoni che ai comuni limitrofi. La coltivazione mineraria fu concentrata nei cantieri Addiscazzu e San Gabriele. Successivamente, tra gli anni 60’ e 70’, arrivò il periodo di crisi mineraria, e molti siti vennero chiusi, compresa la vicina miniera di Seui. Funtana Raminosa venne ceduta alla società EGAM, che in parte aveva una partecipazione statale, e questa decise di concentrare l’interesse estrattivo su una particolare e consistente vena mineralizzata, detta Lente 273; inoltre vennero fatti importanti lavori di ristrutturazione riguardo i cantieri sotterranei e fu costruita anche una moderna rampa di accesso. In questo periodo veniva utilizzato un preciso metodo di coltivazione mineraria chiamato Sublevel Stoping (SLS), un tipo di estrazione a basso costo con una notevole produzione di minerale, che consisteva nel creare dei livelli o piani orizzontali nella miniera, creare poi delle perforazioni orizzontali, per poter inserire degli esplosivi che venivano successivamente fatti detonare per produrre un crollo controllato della roccia; questa tecnica permette di ottenere grandi quantità di minerale con un minimo di sprechi e un basso costo di produzione; il minerale abbattuto, cadeva nei vuoti di coltivazione da dove veniva caricato e trasportato in superficie. Le macchine operatrici utilizzate in quel periodo consistevano in: 2 Jumbo di perforazione diesel a due bracci (macchina che crea forature o gallerie) e 2 macchine di carico Scoop-Tram (macchine adibite al carico del minerale nei mezzi di trasporto) con benna da 2 metricubi (la benna è la sezione della macchina, adibita allo scavo; “2 mq” è riferita alla capacità di carico della macchina escavatrice). In quel periodo i prodotti concentrati di piombo e zinco riuscivano facilmente ad inserirsi nel mercato, e venivano mandati alle fonderie di San Gavino e di Portovesme, mentre i concentrati di rame venivano venduti in Spagna alla società Rio Tinto Patiño (società mineraria fondata nel 1905 da investitori internazionali), per poi essere sottoposto ad un trattamento elettrolitico (processo di elettrodeposizione dei metalli allo scopo di allontanare le impurezze in essi presenti). Dopo succedette alla EGAM, la società SAMIM, che anch’essa portò dei potenziamenti e ammodernamenti degli impianti minerari di Funtana Raminosa, con dei nuovi investimenti, tra cui un nuovo impianto di trattamento minerario da 1000 t al giorno. Ma presto il nuovo progetto ebbe riscontro negativo perché le riserve minerarie accertate in Funtana Raminosa, furono notevolmente inferiori alle aspettative, quindi questo nuovo impianto in cui furono investiti 30 Mrd di Lire, entrò in funzione per soli 8 mesi, nel 1982, e poi venne chiuso. Questi avvenimenti, contando anche il calo dei prezzi dei metalli, compromisero l’attività estrattiva della miniera e dei suoi cantieri di lavoro, che nel 1983 furono definitivamente chiusi. Dopo più di vent'anni, arrivò la riqualificazione della miniera di Funtana Raminosa, a fini turistici grazie al comune di Gadoni e all’IGEA (Istituto Geologico e minerario sardo). Oggi questo sito rappresenta il futuro tanto agognato dagli ex minatori locali e dell’intero territorio della Barbagia, e vengono qui eseguite delle visite guidate nei vecchi cantieri minerari e non solo. 


Informazioni

Comune

Gadoni

Indirizzo

SP 8 - 08030 Gadoni

Come arrivare

Partendo dal centro del comune di Gadoni, il percorso che porta alla destinazione finale, alla miniera di Funtana Raminosa, ha inizio dalla SP8, strava che va percorsa verso Sud, lasciando quindi Gadoni. La lunghezza della strada di percorrenza è di quasi 4 km, e nella parte finale comprende dei tornanti, bisogna considerare che la successiva strada di percorrenza è possibile prenderla tramite da un incrocio posto nella curva dell’ultimo tornante, quindi proseguire a destra per questa strada. Per arrivare a destinazione sarà necessario percorrere questa strada interamente (non vi sono altri incroci e diramazioni).

Indicazioni stradali

Accessibilità

orari: Da definirsi in sede di prenotazione.
telefono: +39 345 0789622 (comune di Gadoni) 0784627001 (Per le prenotazioni alle visite guidate, numero del Comune); info dall’ IGEA (0781491300 - www.igeaspa.it)
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 
sito web: https://it-it.facebook.com/VisitGadoni (il sito di riferimento http://www.visitgadoni.info/archeologia.htm è attualmente non disponibile)

 

Adatto ai portatori di disabilità

Stagioni consigliate

  • Inverno ,
  • Primavera ,
  • Estate ,
  • Autunno

Notizie varie

“Nel marzo del 1987, un gruppo di 19 minatori occupò i pozzi della miniera restando per 20 giorni sottoterra chiedendo un futuro alternativo.”

È documentato che nel territorio di Gadoni vi furono altre concessioni o esplorazioni:

  • Monte S.Gabrieli (citata come esplorazione da Q.Sella nel 1871, e coltivata dalla Ditta E. Jacob)
  • Piscina Angelu (esplorazione, citata da Q.Sella nel 1871)
  • Istrizzu (vecchie coltivazioni della Ditta E. Jacob) Durante il regime fascista, l'imprenditore Marcello Ravizza immaginò di creare un "villaggio del rame" vicino alla miniera di Funtana Raminosa. Il villaggio avrebbe dovuto ospitare almeno 2200 operai ed essere dotato di un aeroporto. Tuttavia, il piano non fu mai completamente realizzato e solo qualche centinaio di minatori ricevettero un salario fino agli anni '80.

IMMAGINI


Mappe

Coordinate geografiche

APP GEO Sard GIS

APP Google Earth

39.877604622087674,9.172389272143427