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Miniera di San Leone


Miniera di San Leone

La miniera di San Leone comprende tre vecchie concessioni: San Leone (nome datogli dal suo scopritore Ing. Leone Gouin), Su Meriagu e Sant'Antonio (nota anche come Miniera dei Genovesi). 

Genesi del Giacimento: l'ipotesi più probabile per la formazione del materiale della miniera, è che partendo da lenti ferrifere (siderite o limonite) differenti da quelle attuali e da lenti calcaree, un magma granitico avrebbe modificato le rocce preesistenti e apportato soluzioni ferrifere che arricchirono sia le lenti ferrifere che quelle calcaree, con la conseguente formazione di Magnetite e di silicati ferro-calciferi (Granati ed Epidoti) largamente presenti nell'area in esame.

Concessa al francese Léon Gouin a metà Ottocento, la miniera di ferro è rimasta attiva fino al 1963 ed oggi nel suo ampio territorio sono state impiantate colture arboree produttive che hanno parzialmente rimodificato il paesaggio alterato dagli imponenti scavi a cielo aperto.
I fabbricati della miniera risalgono a due momenti: a quello più antico appartiene la direzione che ha due piani con semplici finestre e balconi, ricoperti da un tetto a spioventi. Il villaggio moderno ha diverse abitazioni ormai abbandonate.
È decisamente più interessante il poderoso impianto di trattamento elettromagnetico risalente agli anni cinquanta del Novecento con grandi volumi squadrati, disposti a livelli diversi e realizzati con strutture in cemento armato a vista. Tra questi spicca il grande pilone d'appoggio alle scale in ferro visibili all'esterno.
La miniera fa parte del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna, riconosciuto dall'UNESCO. 


Informazioni

Comune

Capoterra

Indirizzo

La miniera è situata in un'enclave amministrativa di Assemini all'interno del territorio di Capoterra.

Come arrivare

Si può raggiungere seguendo la strada a Nord dell'abitato di Capoterra che conduce verso la località di Is Pauceris. Lasciata la chiesa campestre di Santa Lucia, si devia a sinistra per accedere alla miniera di ferro abbandonata. 

Accessibilità

Adatto ai portatori di disabilità

Stagioni consigliate


Notizie varie

Nel 1861 la Petit Gaudet et C. di Rive de Gier (Loire-Francia) acquistò 360 ettari d terreno includenti le masse ferrifere, da alcuni permissionari per lire 1400.

Nel 1863 accordata la concessione, sotto la direzione del Ing. L. Gouin iniziò la coltivazione del giacimento minerario. Venne inoltre costruita una strada ferrata lunga 15,4 km per il trasporto del materiale su locomotiva a vapore, che collegava la miniera con la spiaggia della Maddalena (presso Capoterra); la domenica del 2 aprile del 1865 dalla stazione della miniera di San Leone partì per il suo viaggio inaugurale il primo convoglio ferroviario della Sardegna.

Nella spiaggia della Maddalena fu realizzato un ponte d'imbarco lungo 200 metri, per mezzo del quale piccole barche trasportavano il minerale sui grandi bastimenti ancorati a largo.Il minerale estratto dalla miniera di San Leone veniva trasportato ai forni fusori della Società concessionaria in Francia. Per il trasporto del minerale all'interno dei cantieri minerari venne costruita una piccola ferrovia di servizio, mentre per quelli più lontani una funivia.

I lavori di coltivazione continuarono a cielo aperto fino a che il diminuire degli affioramenti, ed il calo del prezzo del ferro costrinsero la società a sospendere l'estrazione del minerale.Tutto questo è evidenziato nella relazione sulle Condizioni dell'Industria mineraria sarda nel 1871 redatta dal deputato Quintino Sella; infatti se nel 1868 il costo totale per tonnellata (estrazione-trasporto-imbarco) ammontava a 16,36 lire a tonnellata, mentre il valore dichiarato dai produttori per il materiale di prima qualità era di 11 lire a tonnellata è evidente quanto la Società mineraria fosse in perdita.

Dopo un lungo periodo di inattività i lavori ripresero nel 1877 fino al 1884 con una produzione di circa 13.000 tonnellate annue. Fu la piaga della malaria a costringere ad una nuova inattività la miniera.

Dal 1886 fino al 1922 vi furono altri piccoli tentativi di risveglio della coltivazione, ma con scarsi risultati a causa anche dell'alto costo del minerale di San Leone.

Nel 1922 fu revocata la concessione e la miniera passò al demanio.

Nel 1937 la società Breda aveva eseguito dei lavori di esplorazione con un programma di valorizzazione che però a causa degli eventi bellici non fu attuato.

Nel 1950 la concessione fu ceduta alla Società Mineraria e Siderurgica Ferromin che mise in luce un quantitativo di minerale pari ad alcuni milioni di tonnellate e costruì un importante impianto di trattamento del minerale.(La Ferromin coltivava anche il giacimento di minerali ferrosi di Canaglia nel Sassarese). Inoltre ai piedi dei cantieri a cielo aperto sorse il villaggio minerario, con grandi palazzine che sostituirono quelle vecchie realizzate da Gouin. Enormi edifici in cemento armato ospitarono gli impianti di trattamento, mentre la ferrovia fu smantellata perché si optò per un più agevole trasporto su camion.

La chiusura della laveria nel gennaio del 1963 anticipò di poco la chiusura della miniera.

Negli anni 1970-75 i terreni ed i fabbricati vennero venduti ad una industria alimentare a cui tutt'oggi appartiene.

Assetto geologico: Nell'area mineraria in esame affiorano principalmente scisti paleozoici (formazione di SanVito) e graniti ercinici da cui si staccano porfidi e filoni di quarzo. Il granito ha grana media, colore roseo ed è estremamente somigliante a quello del gruppo dei Sette Fratelli. Oltre al granito, affiorano anche altre rocce intrusive come le apliti e le pegmatiti. Lungo la linea di contato fra scisti e graniti si trovano le concentrazioni ferrifere. Il minerale è costituito da magnetite con ganga quarzosa e presenta tenori in ferro dal 25 al 40%. Essendo esente da fosforo, arsenico, rame ecc. il minerale ferrifero era particolarmente adatto alla realizzazione di ghise ed acciai.

Genesi del Giacimento: l'ipotesi più probabile per la formazione del materiale della miniera, è che partendo da lenti ferrifere (siderite o limonite) differenti da quelle attuali e da lenti calcaree, un magma granitico avrebbe modificato le rocce preesistenti e apportato soluzioni ferrifere che arricchirono sia le lenti ferrifere che quelle calcaree, con la conseguente formazione di Magnetite e di silicati ferro-calciferi (Granati ed Epidoti) largamente presenti nell'area in esame.


Mappe

Coordinate geografiche

APP GEO Sard GIS

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39.1672,8.9303