Chiesa di San Girolamo de la Murta
L’impianto attuale della chiesa risale al diciassettesimo secolo, ha linee esterne molto semplici, con un piccolo oculo che si apre sulla facciata, provvista di un campanile a vela in mattoni, che ospita la piccola campana.
L’unica aula, con copertura lignea, contiene una bella acquasantiera del diciassettesimo secolo, ed una pala d’altare in legno intagliato e dipinto, attribuita al pittore algherese Francesco Pinna, morto a Cagliari nel 1616, considerato il maggiore esponente del tardo manierismo in Sardegna.
La sua trasformazione in luogo di culto può farsi risalire al periodo di trapasso tra medioevo ed età moderna, quando la spiritualità cristiana occidentale riscoprì il fascino dell’anacoretismo e quindi la complessa figura di San Girolamo, padre e dottore della Chiesa, che trascorse lunghi periodi della sua vita in solitudine nel deserto.
Nella sua attuale conformazione, pur essendo documentata fin dal 1565, per l’arco a tutto sesto del portale la chiesa sembrerebbe risalire al XVII secolo, in quanto evidentemente concepita secondo canoni architettonici tardo-rinascimentali, e non secondo quelli ancora gotici caratteristici del Cinquecento sardo.
Informazioni
Comune
Indirizzo
Nei pressi di Poggio dei Pini, Capoterra
Come arrivare
Partendo dal cimitero di Capoterra in direzione sud ovest, verso la frazione Poggio dei Pini, si trova un cartello, dopo un chilometro e seicento metri, che indica una stradina sulla destra. La percorriamo per ottocento metri, poi, seguendo le indicazioni, prendiamo a sinistra, e, dopo quattrocento metri quasi tutti di strada bianca, arriviamo alla Chiesa campestre di San Girolamo de la Murta.
Accessibilità
Adatto ai portatori di disabilità
Stagioni consigliate
Notizie varie
Riguardo alle più remote origini dell’eremo, in mancanza di indagini archeologiche mirate, per ora si può soltanto osservare l’insolito orientamento dell’aula di culto, con la facciata esposta a settentrione, laddove normalmente, secondo le norme liturgiche seguite fin dal V-VI secolo, l’altare avrebbe dovuto guardare verso Oriente, cioè verso il sorgere del sole, figura di Cristo luce del mondo. Ne consegue che la chiesa di San Girolamo dovette essere ricavata da un edificio preesistente, adibito in origine ad uso profano, anche se ancora risulta impossibile precisare quando tale adattamento sia stato realizzato.
L’antichissima funzione anacoretica (eremitica) del sito parrebbe trovare conferma nella sua toponomastica. Esso, infatti, si trova allo sbocco della vallata detta Su Canali ’e Sant’Antoni, presumibilmente Sant’Antonio Abate, il monaco che nel IV secolo, in Egitto, era stato l’iniziatore del movimento eremitico: a lui era forse dedicata la chiesa di una laura (monastero ad insediamento sparso) di eremiti, venuti a stabilirsi in questo luogo durante l’età bizantina (1400).
Nel 1629 la chiesetta di San Girolamo a Capoterra fu elevata a “canonicato di stallo” della cattedrale di Cagliari, e come tale demanializzata nel 1867. Lasciata da questo momento in completo abbandono, nel 1893 fu restaurata ad opera di privati, ai quali, per usucapione, passò anche il titolo di proprietà.
Festa di San Gerolamo
L’istituzione della festa di San Gerolamo è recente e la sua celebrazione si svolge nel mese di settembre.
Nel 1890, come testimoniato dal rettore di Capoterra don Tommaso Lecca, ne erano rimasti in piedi solo i muri di cinta, trasformati in ovile. Nel 1893 fu restaurata a spese dei fratelli Peppino e Faustino Cannas Boy di Cagliari, che avevano scelto San Girolamo come residenza di caccia. Da quel momento essi la considerarono di loro proprietà, ottenendo perfino che l’arcivescovo di Cagliari Paolo Maria Serci, nonostante le proteste del rettore Lecca, la benedicesse e restituisse al culto.
La chiesa passò poi a un tal avvocato Giovanni Piroddi, il quale concesse che gli abitanti di Capoterra vi celebrassero tutti gli anni la festa del santo.
Nel 1991, a seguito delle abbondanti piogge invernali, il tetto della chiesa in gran parte crollò. L’edificio rimase completamente esposto agli agenti atmosferici fino al 1994, quando l’imprenditore edile Giovanni Gregorini si preoccupò di rifarne le coperture in legno, il pavimento, una parte degli intonaci, e di sostituirne gli infissi. Attualmente la chiesa viene aperta tutti i giorni e vi si pratica l’Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento.