Questa chiesa rappresentava il punto di riferimento spirituale di un piccolo sobborgo attiguo ad un altro intorno alla chiesa di San Leonardo: l’attuale configurazione urbanistica con la chiesa parrocchiale ancora non esisteva.
La chiesa era la sede della Confraternita dei Disciplinanti, detta anche del Gonfalone (praticavano e diffondevano le penitenze corporali mediante l’autoflagellazione), e in seguito prese il nome di Confraternita del Santo Cristo.
Nel 1830 venne proibita perché fatiscente, così come il simulacro della santa.
L'interno è costituito da una sola navata priva di abside. All’ interno è conservato un bel simulacro seicentesco che rappresenta Santa Lucia.
La facciata è semplice e termina con un campanile a vela.
Realizzate in opera mista di ciottoli di arenaria, le murature laterali sono rinforzate, verso settentrione, da contrafforti edificati negli anni ottanta del ventesimo secolo. Sullo stesso fronte, si aprono due porte; sul lato opposto una. La tessitura muraria inferiore è costituita da blocchi squadrati; per le porzioni superiori fu adottata la tecnica mista dei muri laterali.
Oggi al suo interno è ancora conservata la scultura seicentesca di Santa Lucia recentemente restaurata. La pulitura di essa ha portato alla luce una veste rossa-arancio acceso con decorate delle piccole margherite verdi e chiusa in vita da un nastro color senape. Con la mano destra reggeva la palma del martirio e con la mano sinistra teneva il piattino con sopra gli occhi, suo attributo iconografico.