Una cappella stazionale, eretta sul ciglio della SS195 Sulcitana. Capoterra e la vicina Cagliari sono l’unico centro sardo che possiede due chiese dedicate a Sant'Efisio. A Cagliari è presente la parrocchiale del centro storico, invece, a Capoterra è presente la cappella stazionale.
I muri in ciottolame granitico di media pezzatura, cementati con calce, sono rinforzati sui lati lunghi da pilastri in cemento. Il tetto a doppio spiovente è sorretto da travature lignee, coperto con tegole, e, sulla facciata liscia e disadorna con un campaniletto a vela, sotto la protezione di un piccolo porticato, si apre l'ingresso con arco a tutto sesto. L'unica altra fonte di luce dell'edificio è una finestra ad arco ribassato, sulla parete di fondo. Il presbiterio è segnato dal semplice rialzo di appena un gradino del pavimento, rivestito con mattonella cementine quadrate bianche e rosse disposte a scacchiera. Di particolare pregio il simulacro in legno policromato del Santo titolare, databile al tardo diciottesimo secolo, e un crocifisso di gusto popolaresco, anch'esso ligneo, di poco più recente.
La celebrazione ha un carattere storico oltre che religioso, infatti, si possono ammirare, oltre alle traccas, (antichi carri agricoli addobbati con fiori e coccarde trainati dai buoi) i costumi tradizionali di numerosissimi paesi della Sardegna, anche gli abiti secenteschi dell’Arciconfraternita di Sant’Efisio (i Miliziani a cavallo) e dell’Alter Nos (il vicerè), i suonatori di launeddas (strumento musicale antichissimo) e il prezioso cocchio del Santo.