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Casa Melis


Casa Melis

La Casa Melis, nacque come dimora del cavaliere Giuseppe Melis, costruita nel 1920. Donata dall’erede Elio Melis al Comune di Capoterra, dopo essere stata restaurata, costituisce oggi la sede di rappresentanza dell’Amministrazione. 

L'edificio a corte interna è articolato in più corpi di fabbrica. La casa padronale a sud si sviluppa su due livelli fuori terra per quasi 8 metri e si affaccia per 26 metri lungo la via Cagliari e per 8 sul corso Gramsci raccordati all'angolo da un settore circolare. La struttura è in muratura di pietrame e laterite. I solai sono composti da un orditura di travetti in legno sormontati da un tavolato; la copertura è a doppia falda e a padiglione per il corpo sul corso Gramsci. Il corpo magazzino sul lato opposto si sviluppa su due livelli e presenta analoghe caratteristiche costruttive. Un ricco ed articolato apparato decorativo in stile Liberty esalta i due sontuosi prospetti: motivi Liberty nei parapetti, nei balconi e nelle finestre timpanate con protome femminili, un ingresso carraio sormontato da una neorinascimentale trifora, modanate linee di marcapiano, clipei e trabeazione lungo il cornicione in sommità; aggettanti telamoni angolari scandiscono l'alternanza delle stagioni.


Informazioni

Comune

Capoterra

Indirizzo

Corso Gramsci 80, Capoterra

Come arrivare

Entrare nella città di Capoterra e percorrere tutta via Cagliari fino a intersecare la Via Gramsci; salendo sulla destra appare l’edificio.

Accessibilità

UFFICIO SEGRETERIA COMUNALE

telefono:  0707239274 
e-mail:Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Adatto ai portatori di disabilità

Stagioni consigliate


Notizie varie

Progettata come dimora di un imprenditore agricolo intelligente e dinamico, attorno a un ampio cortile interno, la Casa Melis comprende un’ala residenziale divisa su due piani e dei vasti spazi coperti un tempo adibiti a rimesse, stalle e magazzini. Concordemente al gusto della Belle époque, seppure recepito in sede locale con qualche ritardo e oggettiva rigidezza espressiva, essa si caratterizza per una esuberante decorazione Liberty profusa nelle sculture architettoniche in terracotta e cemento della facciata, nelle forme e negli intagli di porte e finestre, nei pavimenti in cemento colorato, nelle tempere murali che decorano i soffitti e negli stessi arredi interni, in gran parte ancora conservati. Erigendo per sé questa elegante abitazione, Giuseppe Melis intese senza dubbio contribuire anche allo sviluppo e al decoro del proprio paese, di cui peraltro si fece personale carico, negli anni in cui fu posto a capo del Comune con la carica di podestà (1929-1937), realizzando la piazza adiacente alla chiesa parrocchiale, facendo selciare e illuminare le strade e rendendosi promotore di numerose altre opere pubbliche. 

È l’emblema dei tempi andati, l’ultimo edificio di Capoterra che ricordi l’antica fisionomia di una cittadina dal passato agricolo. Casa Melis è il simbolo della conservazione dell’immenso patrimonio storico di questo territorio. Situata nel centro storico, ha resistito al restyling che nel corso dei decenni ha rinnovato il tessuto urbano del paese. Venne costruita nel 1920 dal cavalier Giuseppe Melis, imprenditore agricolo che ricoprì anche la carica di podestà dal 1929 al 1937. L’antica casa padronale, si sviluppa intorno ad un ampio cortile ed è composta da un’ala residenziale suddivisa in due livelli, e una zona dove in passato si trovavano stalle, rimesse e magazzini. Di pregevole fattura le decorazioni in stile Liberty che adornano la facciata, e gli infissi in legno, dove risalta l’abilità degli intagli realizzati dai mastri falegnami. Si fanno apprezzare anche i pavimenti in cemento colorato, gli affreschi che decorano i soffitti, e gli arredi che ancora oggi impreziosiscono Casa Melis. La villa oggi ospita manifestazioni di carattere culturale e sociale.

Le manifestazioni culturali, che hanno come teatro la Casa Melis, sono diverse e varie, il calendario è stabilito nel breve periodo.

Fonte: Sardegna Cultura, foto di Cassanello Davide, anno 2016


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