Castello del periodo medievale, ubicato a 784 m s.l.m., ricostruito in una fase sucessiva e convertito poi in Monastero.
Il castello risale all’XII sec., ubicato nel fitto bosco del Monte Arcuentu, ai confini tra il Giudicato di Arborea e il Giudicato di Cagliari, ebbe in passato un ruolo di difesa e di fortezza per gli arborensi.
Venne dato nel 1164 in pegno da Barisone I de Lacon D'Arborea, re di Sardegna, ai Genovesi in cambio dell’aiuto e del denaro prestatogli nella sfortunata vicenda della sua investitura imperiale a Re nominale di Sardegna. Infatti, il giudice, nell'intento di ottenere dall’imperatore Federico I Barbarossa il titolo di Rex Sardiniae, si era affidato ai genovesi. Venne nominato re in cambio di 4000 marchi d'argento anticipati dal Comune di Genova. Nel 1172, il castello, insieme a quelli della Marmilla, risultava ancora occupato dai Genovesi a garanzia dei loro crediti. In seguito alla morte di Barisone I di Arborea, divenne giudice il figlio Pietro I di Arborea. Nel 1189, Pietro, in cambio dell'estinzione del debito paterno, chiese ai suoi creditori la cittadinanza genovese. Dal 1192 il castello rientrò in possesso dei sovrani arborensi.
Si hanno notizie di successivo utilizzo del castello/monastero del Monte Arcuentu come arsenale militare. A partire dal XVI secolo, la struttura del monastero venne pian piano abbandonata, e con essa anche quelle del Monastero di San Michele del Monte Arcuentu.
Oggi è possibile ammirare soltanto i ruderi.