La torre aveva il compito di sorvegliare la spiaggia sottostante e l’area del Lazzaretto, per segnalare eventuali incursioni verso le saline. Aveva una portata ottica di circa 23 km.

Il nome della torre cambia nei secoli: iniziando dal toponimo “Capo Bernat” (1578), o anche “Cala Bernat” (1598-1615) o “S. Bernardo” (1639), nel ‘700 venne detta “di S.to Stefano d.ta del Lazaretto” (1721), “de la prajola” (della spiaggiola; XVIII sec.), “Vecchia” (XX secolo). Veniva denominata anche torre de La Safa (1639). Oggi si chiama “Torre del Prezzemolo” o “de Su Perdusemini” o “ Petro Semolo”. Il nome “del Prezzemolo” identificava in passato un’altra torre costiera, la torre di cala Fighera, non più esistente. 

La torre è una costruzione dalla classica forma troncoconica, edificata in pietra calcarea. Rientrava nella tipologia delle torrezillas, essendo la più piccola torre costiera, con un diametro di 4,5 metri, poco armata e con funzione di avvistamento. Fu costruita nel 1584, su uno spuntone roccioso accessibile da un’unica direzione, a ridosso della caletta sottostante, a 34 metri sul livello del mare. Era situata poco lontano dal fabbricato settecentesco dell’ex lazzaretto. Attraverso un ingresso, aperto a circa 4 metri dal suolo, tramite una botola nella volta si raggiungeva la terrazza, a sua volta coperta da una “mezzaluna”. Non avendo una scala interna in muratura la piazza d’armi era raggiungibile attraverso una botola utilizzando una scala a pioli. 

Restaurata prima nel 1597 e poi nel 1605, nel 1638 la torre venne dismessa e non compare più negli atti ufficiali del XVII e XVIII secolo. 

Nel 1772 venne riarmata, dopo il 1793 ebbe un ruolo di rilievo nel respingere lo sbarco dei francesi. Successivamente la torre fu abbandonata. I successivi restauri del 1916 e del 1967 ne evitarono lo sfaldamento.