In cima al Colle Santu Antine si innalzano i resti di una fortezza punica (IV secolo a.C.), comprendenti sei torri e un edificio che secondo molti sarebbe il famoso tempio dedicato alla dea Giunone, da cui deriverebbe il nome del paese. Troviamo anche una cappella della chiesa romanica di sant’Elena e san Costantino Magno, celebrati a inizio agosto con sfilata di costumi e cento cavalieri. Questa chiesa attesterebbe il riutilizzo di una parte della struttura nei primi secoli del Cristianesimo.
Prima di diventare luogo di culto cristiano fu un pozzo sacro nuragico, il più profondo in Sardegna. Buona parte dei reperti fossili è esposta nel museo paleontologico ed archeologico Paleo Archeo centro, ai piedi della collina. Oltre ai ritrovamenti paleontologici sono presenti anche quelli neolitici e di età romana rinvenuti nel pozzo sacro. Nell’età del Bronzo erano presenti 25 nuraghi, alcuni integri e visitabili, come Birìu e santu Pedru, vari villaggi e il pozzo sacro di sa Corona arrubia.
Dal colle Santu Antine possiamo vedere fino alla Giara. Alle sue pendici sono poste: la Necropoli di Is Piluncheddas e la Necropoli di Is Piluncheddas Mannas, entrambe costituite da domus de janas.
Sulla sommità del colle è presente una struttura si pensa riconducibile al Nuraghe monte Santu Antine ossia ai resti di un nuraghe complesso, ma la struttura secondo un'altra interpretazione non è riconducibile ad esso per via dei resti poco importanti.
Nel pozzo sacro è stato trovato un raro esemplare di argano meccanico per il sollevamento dell'acqua risalente alla dominazione Romana. Alcuni dei reperti sono posti nel Museo Paleontologico ed archeologico, nel quale è presente anche una ricostruzione del pozzo sacro.
Sul monte si trovano anche i Resti delle fortificazioni del periodo punico e forse di un’ acropoli del periodo punico, risalenti alla prima metà del quinto secolo avanti Cristo, che sono state edificate sulle strutture di un precedente insediamento nuragico, e che vengono ritenute un avamposto indicativo della presenza cartaginese nelle zone della Sardegna centro meridionale.