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Insediamento Nuragico di Bruncu Suergiu


Insediamento Nuragico di Bruncu Suergiu

Il sito archeologico di Bruncu Suergiu è situato a circa 10 km verso Ovest rispetto al nucleo abitativo del comune di Genoni, localizzato nelle estremità a Sud-Ovest della Giara. Il sito di Bruncu Suergiu si estende per circa 400m nella zona al limite dell’altopiano e per quanto riguarda il proprio nucleo principale, si trova attualmente immerso in un fitto bosco di lecci e comprende un’area di oltre 3 ettari.
Il sito complessivamente è in stato di crollo e questo ha creato delle difficoltà sulla rilevazione della planimetria ad esso relativa; solo le aree con una pianta quadrangolare e alcune strutture con andamento per lo più curvilineo, sono state individuabili e oggetto di scavo alla fine degli anni 90’. Sommariamente questo insediamento è databile al periodo nuragico. Questo sito è caratterizzato dalla presenza di tracce di antiche strade e un esteso insediamento che comprendeva sia costruzioni probabilmente attribuibili ad attività agrarie, sia costruzioni a scopo difensivo. È interessante lo studio dell’archeologo Taramelli del 1907 riguardante l’altopiano della Giara, in cui cita dei ritrovamenti attribuiti al sito di Bruncu Suergiu (detto anche “Su Tistivigliu”) costituiti da: “manufatti ceramici del periodo romano e preistorico, e svariati ritrovamenti di ossidiana”. È nel 1997 che sono stati portati avanti degli studi, volti a censire il sito archeologico, ma sfortunatamente non è stato possibile accedere alla completa documentazione archivistica e sono state rese fruibili solo le informazioni delle conclusioni iniziali. Gli scavi avvenuti tra il 1997 e 1998, hanno permesso di scoprire la presenza di un esteso raggruppamento e dei resti di fortificazioni. Si sono concentrati maggiormente su 2 ambienti, aventi pianta quadrangolare, che hanno permesso di rinvenire dei materiali databili tra l’età tardo-antica e nuragica. I reperti ritrovati contano: numerosi resti di ceramica appartenenti all’epoca nuragica e ceramica comune, delle anfore, sigillata africana (ceramica rossa africana, adibita alla mensa) per quanto riguarda la fase di età romana e tardo-antica, e una “protome” (antico elemento decorativo raffigurante la testa e/o il busto di una figura umana o animale) taurina bronzea, relativa ad una navicella nuragica. Più recentemente, dal 2012 sono iniziati nuovi studi sulla superficie e la perimetrazione del sito che hanno permesso di ricostruire le strade di accesso dell’insediamento nuragico; la via principale si riconosce dalle tracce di basolato (materiale calcareo o di origine vulcanico, utilizzato dai romani per la pavimentazione stradale) e margines (“marciapiedi” per i pedoni in terra battuta), ed è possibile vederla da una distanza di 200 m, e per la maggior parte, corrisponde al sentiero che permette l’accesso al sito, vi sono ulteriori tracce riconoscibili lungo le estremità dell’altopiano della Giara e che collegano il Nuraghe Nieddu, a 700 m di distanza dal centro abitato, in direzione Nord-ovest, e l’area sacra nuragica di Corona Arrubia, accessibile nella stessa direzione ad una distanza di 2 km.
I resti attribuibili alle abitazioni riprendono forme rettilinee e se ne possono distinguere gli accessi principali, composti da soglia e piedritti (elemento architettonico portante) e le mura costituite da blocchi basaltici. Saltuariamente si possono notare degli elementi decorativi su alcuni conci (“blocchi murari”) forse aggiunti in epoca successiva, alto medievale; in particolare 2 rappresentano una figura umana maschile e femminile. Nella zona a Sud-Est dell’abitato è situata un’area dove sono presenti resti di impianti adibiti alla produzione e lavorazione di olio, vino e ceramica. In una zona più lontana rispetto al centro abitativo, nelle vicinanze dell’acquedotto costruito negli anni ‘50, si può trovare una struttura con pianta quadrangolare, costruita con dei blocchi lavorati aventi dimensione maggiore rispetto a quelli situati nella zona del centro abitativo, e sistemati con più accuratezza: questo fa presumere che fossero dei resti di epoca tardo-antica, che probabilmente costituivano un edificio pubblico. Nei pressi del limitare dell’altopiano si possono individuare dei resti di opere murarie, queste sicuramente avevano funzione di recinzione e fortificazione del sito. Tra i materiali ritrovati all’interno dell’insediamento nuragico si possono contare: frammenti in ossidiana, ceramica del periodo nuragico, numerosi frammenti di anfore e laterizi (materiale da costruzione in ceramica-mattoni), sigillata africana. Il centro abitativo di Bruncu Suergiu si pensa che fosse strettamente connesso ad altri siti archeologici non molto lontani dalla sua circoscrizione, infatti verso Est si può trovare il Nuraghe Buccascala e verso Ovest il Nuraghe Nieddu, comprendendo anche l’area sacra della rotonda di Corona Arrubia, una zona di culto che è proseguito anche in epoche storiche successive, come testimoniano i ritrovamenti di monete del periodo romano, repubblicano e imperiale, passando anche nell’età di occupazione vandalica avanzata. È quindi possibile che Bruncu Suergiu potesse essere una vera e propria roccaforte dei Vandali nella regione, dato che la loro occupazione in Sardegna e nella Giara è databile fino al 3° decennio del 500 d.C. Tenendo in considerazione i ritrovamenti e i reperti archeologici unitamente agli studi effettuati e all’importanza storica relativo all’insediamento nuragico di Bruncu Suergiu era doveroso tutelarlo come bene culturale di interesse particolarmente importante, anche per la sua estensione, con una superficie totale di 11 ettari, complessivamente protetti da tale denominazione. 


Informazioni

Comune

Genoni

Indirizzo

Località Bruncu Sergiu, OR, 08030 Genoni SU

Come arrivare

Da Cagliari a Bruncu Sergiu
Indicazioni stradali

Accessibilità

Accesso libero

Adatto ai portatori di disabilità

Stagioni consigliate

  • Inverno ,
  • Primavera ,
  • Estate ,
  • Autunno

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